La stranezza è che chi detiene già la quasi totalità del mercato delle pavimentazioni con, ad esempio, l85% del mercato italiano si metta a copiare un mercato relativamente piccolo come quello della pietra naturale col suo 5% quando sarebbe stato logico il contrario. Questo fenomeno è cominciato da quando i prezzi delle ceramiche sono diventati a volte più alti delle pietre naturali invertendo un dato di mercato storico e inficiando il luogo comune purtroppo ancora vivo che la pietra naturale sia più cara dei prodotti ceramici. Una forte strategia di marketing sostiene un prodotto che preso di per sè è unimitazione a volte dal costo superiore. Dicono che le pietre naturali assorbono più acqua dei grès e che quindi sono più esposti ai rischi dovuti alla gelività, verissimo per i marmi (graniti e serpentini no di certo - vedere tegole delle baite alpine) ma omettono che un trattamento idro-oleorepellente con delle resine epossidiche è un comune standard di mercato per la pietra naturale, presente nelle norme UNI, che viene preventivamente realizzato prima della posa in opera.
Sempre per la maggiore porosità riportano che graniti e marmi sono macchiabili ma anche qui dimenticano che in funzione dell'uso (come per la superficie lucida di un top cucina o bagno) vengono sempre protetti con dei trattamenti che sono sempre nelle norme UNI. E' come se un produttore di automobili comparasse il proprio prodotto pronto su strada con uno sverniciato e non finito della concorrenza dicendo che l'altro fa ruggine. (Il porfido a cubetti, le piode valtellinesi usate per i tetti e in genere tutti i lavorati a spacco non hanno bisogno di trattamenti)
Prima paragonano il gres al marmo bianco di Carrara poi giocando con i significati la parola marmo diventa indicativa di tutta la categoria delle pietre naturali. E a furia di ripeterlo c'è gente convinta che il limone e la coca cola macchi tutte le pietre naturali come un marmo bianco, quando proviamo a spiegare che i graniti (e tutti i silicati) ne sono del tutto immuni non ci credono e ci riportano tutte le fonti da cui lo hanno sentito. Hai voglia poi a spiegare la chimica a chi non la sa, naturalmente ci proviamo ma ci guardano con l'aria sospettosa di chi li sta raggirando.
I produttori del finto sostengono lecologicità dei propri prodotti di fabbrica con diverse argomentazioni ma non parlano delle cave, della frantumazione delle rocce, della doppia fusione a 1400 gradi, dei coloranti e dei loro residui e dello smaltimento a fine ciclo di vita del manufatto che naturale non è. E vi vendono l'imitazione ad un prezzo maggiore dell'originale. Ad esempio abbiamo appena visto l'imitazione in gres della pietra di Luserna, chiedete un preventivo ad un qualunque vero marmista per crederci.
Un diamante artificiale, per capirci, e' pur sempre un cristallo di carbonio come l'originale e per questo e' difficile distinguerli essendo imitazioni perfette. Nel nostro settore abbiamo il marmo che e' un cristallo di carbonato di calcio (calcare, durezza 4 mohs) mentre il gres che lo imita dandosi il nome e' ottenuto per vitrificazione di un silicato, il feldspato, che deriva dalla triturazione di rocce ignee (graniti, serizzi, quarziti...) molto piu dure (silicio, durezza 6 mohs),.
Ovviamente il paragone che viene sempre propagandato raffronta le caratteristiche del marmo naturale con il gres, che chimicamente non c'entra niente, ma sarebbe piu' logico paragonarlo a un silicato naturale come un granito o una diorite in luce della comune composizione chimica e origine per fusione ad alte temperature, una naturale l'altra no. Siccome sembra che il loro paragone sia un marmo bianco non trattato protetto ci ripetono all'infinito che le caratteristiche tecniche rendono il gres ceramico di gran lunga superiore alla pietra.
Le diverse piazze pubbliche in porfido e in granito testimoniano la durata e resistenza delle pietre naturali. In porfido sono anche diverse strade montane nei loro punti di maggiore pendenza, molti distributori di carburanti in tutta Italia, la parte interna di molte rotonde stradali, ma se il gres porcellanato costa meno e dura di più perchè non viene usato in queste applicazioni al posto del porfido ?
Porfidi e graniti (beole, serizzi, serpentini inclusi) rivestono tutte le aree pedonali cittadine italiane. Tra le poche nobili eccezioni la marmorea Verona che usa il rosso Verona in lastre larghe e spesse nelle sue piazze e strade non facendolo comunque sfigurare per resistenza e durata e caratterizzando univocamente una qualunque impressione fotografica della città.
(foto: piazza Erbe a Verona in rosso Verona, nonostante i secoli anche il calcareo marmo mostra una certa resistenza, nobiltà: per quanto sia all'aperto sembra di camminare in un salotto a causa del contatto soffice e pastoso al piede. Per fare una prova basta chiudere gli occhi un paio di secondi quando ci si cammina sopra)
Una montagna di notizie tendeziose fatte passare da una enorme macchina di marketing ha lasciato senza risposta il settore della pietra naturale che è nella stragrande maggioranza composto da aziende artigianali che non hanno le stesse risorse da destinare alla comunicazione. Lingombrante presenza nelle fiere, nei convegni, nelle università e il continuo affermare il falso hanno certamente danneggiato il nostro settore impedendo un aumento che sarebbe stata naturale conseguenza del calo dei costi rispetto alla concorrenza.
Se volete la prova che naturali e presunti omologhi artificiali non sono per niente la stessa cosa provate a comparare il modulo elastico di una comune ardesia con quello di un gres, ne vedrete delle belle. Si sa che i materiali molto duri sono anche molto fragili come ad esempio il vetro a cui il gres assomiglia molto più che a una pietra. Oppure provate a scolpirlo e diteci cosa succede. Una imitazione cromatica non giustifica il termine 'pietra artificiale', per essere artificiale dovrebbe avere la stessa composizione chimica e strutturale dell' originale. E magari anche le stesse caratteristiche tecniche, la stessa resistenza al tatto. Un po' poco il solo colore bianco per giustificare il nome bianco Carrara per un gres di colore bianco (chissà poi perchè proprio Carrara e non bianco Lasa, o bianco Sivec, o bianco Macael, o bianco Paros che tanto sono tutti bianchi uguali). Tra l'altro i marmi non hanno la lucentezza vitrea che è propria del gres essendo un silicato. Dire che imitano alla perfezione forse è eccessivo.
Sostengono addirittura che i materiali lapidei siano a rischio di esaurimento sulla crosta terrestre mentre le varie materie prime che compongono il gres siano ampiamente diffuse. Se stanno cercando di dire che ogni montagna è unica, ogni marmo è unico e che addirittura ogni piastrella ha vene diverse da ogni altra noi siamo d'accordo, ma poi ci raccomandano di non usare neanche un pezzo di pietra perchè è unico ed è una risorsa esauribile. Posare la pietra per terra non vuol dire certo distruggerne l'identità, sono proprio quelli delle imitazioni artificiali che la distruggono tritandola per ottenere i silicati che servono come aggregante durante il processo di fusione.
Non si deve fare mistero che per fare vitrificare il silicio, come nel caso del gres, servano le cave di pietra, il silicio è il componente principale dei silicati tra cui il granito (In particolare il feldspato). Le montagne, quelle alte, sono fatte interamente di granito. Si parla di chilometri cubi, dire che la pietra naturale sia a rischio di esaurimento mentre della stessa tritata ce ne sia quanta se ne vuole forse è un po' esagerato, tra l'altro il ciclo litogenetico continua a trasformare sabbia in arenaria ed ad alzare le montagne. Se le pietre non le usiamo non vuol dire che vivano in eterno, il loro destino era comunque quello di usurarsi sotto gli agenti naturali montani, noi le ridislochiamo semplicemente per costruire abitazioni.
Il fatto che delle pietre pietre vengano lavorate e spostate non costituisce un deturpamento della natura, perchè la loro ricollocazione ordinata in strutture abitative non le distrugge ma le riunisce in un qualcosa di nuovo che è insieme materia e pensiero che si chiama abitualmente architettura. Altrimenti anche i giardini Zen che si basano appunto sullo spostare le pietre secondo dei principi cosmologici sono forme di inquinamento perchè alterano l'ambiente originario. Anche Stonehenge è un alterazione naturale della collocazione di quelle rocce, ma è proprio averle spostate e messe in piedi che le ha rese famose, uniche al mondo a differenza delle loro cugine rimaste in cava. L'idea di preservare una natura immutabile si scontra con i naturali processi orogenetici, con le frane e gli smottamenti, con l'intera tettonica a zolle e con il ciclo litogenetico che trasforma roccia in sabbia per poi riaggregarla in arenarie per poi metamorfizzarle in marmi e ardesie. La natura cambia, come naturalmente cambiano le montagne. In ogni caso sono gli inquinanti che vengono rilasciati nell'ambiente che fanno vivere male, non avere spostato e lavorato delle pietre rispetto alla loro originaria posizione.
Se le avessero prese quelli della 'pietra naturale di fabbrica' avremmo avuto di loro un bel verde acido che va tanto di moda o magari una pacata macchiatura grigia simile al Carrara. Il cavatore rispetta il materiale che estrae lasciandolo nella sua unicità ne riconosce una sua propria anima, mentre è chi tritura la montagna e la colora che cancella l' identita' originaria della roccia per farne un prodotto artificiale omogeneizzato. Non a caso le pietre naturali erano dette nel medioevo 'Pietre Vive' in contrapposizione ai mattoni proprio per sottolineare il fatto che le pietre naturali avessero un'anima propria a differenza dei prodotti artefatti. In inglese si usa ancora livingstone per significare pietre naturali.
I pavimenti in gres non possono essere restaurati levigandoli e rilucidandoli a differenza di quelli in pietra.
Se artificiale e naturale proprio fossero omologhi si deve anche spiegare perchè i residui dalla demolizione di un edificio se sono in pietra naturale non possono andare in discarica con i mattoni e il cemento perchè non sono rifiuti mentre se si tratta di imitazioni artificiali abbiamo evidentemente materiali che in natura non esistevano e non possono essere rilasciati senza cura.
( Foto, lastre in pietra di un tetto di una baita alpina. Le piode della Valmalenco in serpentino scisto vengono lavorate manualmente a spacco con scalpello e martello da millenni e tuttora usate tanto che sono le soluzioni di copertura normali per le case in Valtellina. Dopo qualche secolo anche quando le tegole sono colonizzate da licheni e rovinate dal clima gelivo alpino hanno un'aspetto nobile. Se aspettiamo qualche secolo ancora, quando si saranno completamente disgregate, avremo solo frammenti di roccia del tutto simili a quelli del suolo originale e quindi del tutto naturali e normali come se l'uomo non avesse mai vissuto in quel luogo)
Positivamente da un certo punto di vista è stata portata nuova attenzione sulle pietre naturali. Le imitazioni nobilitano gli originali e dovrebbero essere motivo di orgoglio per chi viene imitato ripetono furbescamente i cinesi. Noi preferiamo dire che le nostre pietre sono la vostra storia e adesso, se volete glorificarle, imitatele pure.
L'atteggiamento di alcuni grandi gruppi ceramici che in certi casi hanno un approccio imitativo alla pietra naturale potrebbe seriamente danneggiare il settore tanto che si vedono infiltrazioni dannose nelle fiere e nei media del settore di prodotti spacciati schizofrenicamente sia come naturali e allo stesso tempo sia come migliori rispetto i naturali. Chiaritevi: o è meglio della pietra naturale, o è pietra naturale, ci spiace ma per logica non possono coesistere entrambe: 'Le pietre naturali artificiali' sono un non senso logico.
Un concetto che appunto la nostra mente non riesce a capire sono le 'pietre naturali di fabbrica', non possono coesistere: o una cosa è naturale ed è fatta dal Signore o viene prodotta dall'uomo in fabbrica, per noi questi sono concetti che si escludono a vicenda per il principio di non contraddizione. Speriamo a questo punto di non sentire mai la definizione 'pietre naturali di cava artificiali'. Per curiosità storica ricordiamo che anche la parola 'gres' era relativa ad un tipo di pietra naturale, questo .è il primo termine che la ceramica ha impropriamente attribuito a se stessa. Sembra che non vogliano fermarsi davanti a niente.
Anche il concetto da loro proposto di 'prodotti di cava', l'appellativo con il quale si riferiscono alla pietra naturale in contrasto ai loro 'prodotti di fabbrica', è fuorviante perchè in cava si estrae un bene ma non si produce proprio un bel niente essendo il settore estrattivo definito primario a differenza dell'industria trasformativa detta appunto secondaria caratterizzata dalle fabbriche e dai 'prodotti'. Sembra che non sappiano di quello che parlano quando descrivono le pietre naturali, il loro uso, lavorazione e posa.
A riguardo della eco-compatibilità e riciclabilità ci parlano di un prodotto totalmente naturale ottenuto da materie prime controllate che ci elencano. Allora anche le bombe atomiche sono perfettamente naturali ed ecocompatibili essendo che l'uranio, l'acciaio del rivestimento, il rame dei fili, il petrolio della plastica e il silicio dei microprocessori li ricaviamo estraendoli dalla terra e sono tutti materiali di origine naturale. Ma un ordigno termonucleare è definibile naturale ed ecologico solo perchè è stato fatto rigorosamente con componenti raccolti dal suolo e quindi 'naturali' ? Come vedete la peggior sciocchezza fatta dall'uomo nasce da elementi di rigorosa origine naturale.
Il gres chiamato bianco Carrara ha le stesse caratteristiche tecniche di quello che chiamano Onice miele come per tutti i colori in quanto chimicamente identitici (silicati vetrificati per fusione). Nella realtà i materiali da loro citati hanno differenti composizioni chimiche, l 'Onice miele' a differenza del prodotto che ne 'imita' il nome è retroilluminabile per le sue trasparenze date dai cristalli di calcite (che non troverete mai in un gres) usate per esempio nel Mausoleo di Galla Placidia a Ravenna del III secolo, oltre a essere infinitamente delicato tanto che nessuno si sogna di posarlo in pavimentazione esterna dove di solito consigliamo i graniti, porfidi, quarziti, serizzi, serpentini, ardesie e beole, tutti resistenti silicati naturali non di fabbrica con almeno 50 milioni di anni. Il bello che dopo l'appropiazione indebita del un nome di una pietra storica sostengono anche che il loro prodotto, che non ne imita proprio niente della struttura chimica, è anche meglio. Ditelo allora che non è la stessa cosa.
Eppure scrivono che la storia stessa li ringrazia per aver reso vivi ed attuali marmi ormai esauriti in natura. Proviamo a ripeterlo I marmi sono di calcare, i gres sono silicati vetrificati. Piacerebbe anche a noi avere quantità infinite di marmo di Candoglia da scolpire, purtroppo il gres che imita questi marmi non è lavorabile a scalpello, non ha la stessa lucentezza, non ha lo stesso tatto alla mano, mentre la colorazione lascia a desiderare rispetto all'originale e inoltre non presenta l'aspetto zuccherino del buon marmo da scolpire dato dalla grana fine dei cristalli.
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Siccome qualcuno potrebbe pensare che questa descrizione è esagerata vi daremo un esempio, il Corriere della Sera nel pubblicare nel 2008 un testo in cui presenta la pietra naturale 'di cava' e la Marmomacc come fiera di riferimento parla delle boutique Giorgio Armani e della cucina Terra appena realizzata per Minotti per spiegare quanta forza espressiva abbia la pietra (quella vera), parlano delle pietre legate alle tradizioni e alla cultura delle varie zone d' Italia, come la pietra leccese che ha per secoli rivestito le meravigliose architetture barocche della città pugliese, e ora riscoperta da artigiani, architetti e designer. Ci informano delle associazioni di categoria come Assomarmi e Assograniti e poi ci informano che la pietra leccese costa 30 euro al metro quadro, poi certamente ignari dei costi dei Serizzi con cui si fanno da sempre i davanzali e la lastricatura povera in tutta Milano dove hanno la redazione, scrivono 'I prezzi salgono invece per marmi, graniti, travertini, pietre arenarie che possono variare a seconda delle misure e dello spessore.' che quindi costerebbero tutti sopra le 30 euro mentre i gres costerebbero di meno, tutti nessuno escluso essendo soluzioni 'low cost'.
Poi a un certo punto al corriere scoprono che la pietra nel tempo cambia aspetto, magari devono aver visto il Partenone, e scrivono 'Molte persone sono ancora restie a utilizzare questo materiale vivo che assorbe, si macchia, cambia colore, si opacizza. Insomma, che inevitabilmente muta'. Le statue in pietra nei musei egizi indicano il contrario. Invece di considerare le macchie come ineluttabili difetti si dovrebbero citare i trattamenti idro-oleo-repellenti che vengono richieste dalle norme UNI e sempre applicati prima della posa, o i trattamenti di cristallizzazione superficiale per marmi e graniti, o i nuovi protettivi nanotecnogici come TiO2 o SiO2 o forse preferiscono non riportarli così che ci suggeriscono che per avere 'la certezza che il rivestimento non si alteri mai nel tempo' bisogna usare il gres. Strano, noi credevamo che i nostri graniti con 200 milioni di anni avrebbero dato qualche garanzia ai progettisti sulla durata. La parola 'mai' è quella che ci spaventa di più.
Ecco il testo:
'Se invece si vuole solo evocare lesprit scabro, e avere la certezza che il rivestimento non si alteri mai nel tempo, non si graffi o macchi, bisogna fare altre scelte. In una parola, per i tremebondi che rifuggono dallidea di avere un materiale in movimento, cè una vasta scelta di piastrelle in grès porcellanato che imitano alla perfezione tonalità e cromie, dando proprio lillusione di avere un ambiente rivestito in pietra naturale.'
Parlando della pietra naturale 'di cava' (come dicono loro per lasciare spazio all'ossimoro 'pietra naturale di fabbrica') elencano solo produttori di gres porcellanato come soluzioni low cost, imitazioni perfette, senza difetti che non si scolorano mai. http://atcasa.corriere.it/I-materiali/Rivestimenti/2008/04/18/pietra.shtml
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Esiste uno studio comparativo tra piastrelle a finitura lucida in marmo e ceramica secondo la ben nota procedura LCA (Comparative Life Cycle Assessment) che conclude che la pietra naturale ha un miglior profilo ambientale secondo le diverse dimensioni di analisi e in particolare viene rilevato l'aspetto critico delle emissioni di arsenico durante il processo di vetrificazione dei silicati che avviene nel processo di produzione delle piastrelle ceramiche. Comparative Life Cycle Assessment of flooring materials: ceramic versus marble tiles Giuseppe M. Nicoletti Bruno Notarnicola and Giuseppe Tassielli
The analysis has shown a better environmental profile for the marble tile, a particular relevance of the energy consumption in both the system and, in the ceramic system, the critical point has been found in the raw material used for the glaze manufacturing which are responsible, during the firing process, for the relevant arsenic emissions.
AGGLOMERATI CEMENTIZI
Un'altra affermazione interessante è l'esistenza delle biopietre o pietre biologiche, ora sappiamo tutti che la pietra non è organica e non viene prodotta da organismi viventi, ma la giusta importanza data all'agricoltura biologica deve avere influito nella scelta di questo nome. Si tratta di pietre ricostituite, agglomerati a base cementizia. Interessanti le immagini proposte di antichi monumenti in pietra naturale, tipo arco della Pace a Milano, frasi tipo 'il recupero e valorizzazione della tradizione' (la famosa tradizione della pietra ricostruita a Machu Pichu di cui riportano la foto, mah sarà anche ma il cemento non esisteva ancora) per poi scoprire che parlano con sfavore della vera pietra naturale: è piu difficile da lavorare (un consiglio: non perdete tempo a paragonare la resistenza del durissimo porfido con un pezzo di cemento colorato), occupa spazio (anche questa critica è poco comprensibile, siccome i rivestimenti in pietra naturale arrivano anche a 0,5 cm). Non poteva mancare il classico atto di terrorismo per spaventare il consumatore, la radioattività. In modo che la signora Maria tema di pavimentarsi il bagno in uranio impoverito le si spiega che il radon, un gas radioattivo, è presente nelle vere pietre naturali. Punto e stop. Eh no siate precisi, ditelo che è un problema di pochi graniti ma completamente assente nei calcari come marmi, arenarie, pietre, ardesie e alabastri. Comunque inferiore per pericolo al radon che naturalmente esce dal sottosuolo e stiamo parlando di 3 o 4 graniti tra tutti quelli commercializzati. L' applicazione in esterno comunque non ha rischi neanche per questi. Anche se forse qualcuno è disposto a credere che gli escursionisti che girano per le vette alpine, che sono massicci di granito, muoiano per esposizione radioattiva come a Chernobyl.
Sia chiaro, dire che tutte le pietre naturali siano radioattive mentre la pietra ricostituita ne è del tutto priva è illogico, se la pietra ricostruita è la riaggregazione di pietra che sarebbe sempre radioattiva come è possibile che scompaia la radioattività quando la si riunisce con un collante cementizio che è tutto tranne impermeabile? Certamente questo è un miracolo. Sarebbe meglio aggiugere che ogni cosa è allora radioattiva, anche gli uomini che bevono acqua che contiene naturalmente in piccola parte il deuterio (non spaventatevi è normale che ci sia anche una radiazione di fondo proveniente dagli esseri umani).
Un bel capitolo sono le pietre ecologiche, altro bizzarro aggettivo per un agglomerato cementizio colorato con pigmenti di natura chimica, allora le pietre naturali vere sono ecologiche nel senso che le raccogliamo da terra già pronte, sono biocompatibili essendo di esse costituite la crosta terrestre, e noi non capiamo proprio cosa abbiano invece le altre di maggiormente ecologico. Triturare la pietra e reinpastarla con i coloranti produce intuitivamente più inquinanti che staccare la roccia cosi come è.
Continuando la galleria delle affermazioni apprendiamo che nel confronto tra pietre riscostruite e naturali le prime avrebbero costo di posa notevolmente inferiore. Si ma è non si aggiunge che costa il doppio rispetto alla pietra naturale a spacco. Se consideriamo i costi per opera finita (materiale e posa insieme) la pietra naturale è conveniente senza neanche considerare la maggiore durata e resistenza.
Rispetto alla pietra naturale la loro non avrebbe bisogno di manutenzione. Solo che noi marmisti non siamo al corrente della 'manutenzione' di una muratura a spacco. Nessuno ha mai fatto manutenzione agli spaccatelli dei muri a anche sui cubetti di porfido delle piazze non esiste nessuna manutenzione che non sia la pulitura delle strade.
E sempre rispetto alle pietre vere avrebbero una facilità di riparazione. Le pietre naturali a spacco sui muri semplicemente non si rompono, le murature in pietra tengono su da millenni i terrazzamenti alpini e non hanno bisogno di manutenzione.
Il cemento è fatto anche di sabbia, la sabbia è roccia tritata dalla natura, visto che ci siamo perchè non chiamare allora anche il cemento grigio pietra ricostruita? In fondo il ceppo con cui hanno rivestito la Bocconi è grigio. O forse basta un po' di ossido di ferro (ruggine) per dare al cemento le colorazioni simili alla pietra per giustificare il termine di 'pietra ricostruita'?
Quando abbiamo chiesto ai nostri marmisti come potevano competere ci hanno risposto che le nostre pietre lavorate a grezzo e poste sui muri ad opus incertum costano la metà delle imitazioni. Misteri dell'economia. Chiedete un preventivo ad un marmista per esserne certi.
Un granito con 250 milioni di anni di stagionatura alle fredde temperature alpine è un'argomento che ha spinto i falsi marmi a sostenere la durata dei propri prodotti proponendo garanzie di 20 - 50 - 100 anni quasi a volersi dimostrare sicuri della bontà di un prodotto che essendo nuovo nessuno sa come si comporterà nel tempo. In ogni caso se il prodotto si rivelasse un fiasco si può sempre cessare e liquidare l'attività. Nessuna ditta resta in perdita per decenni solo per onorare le rassicurazioni date a suo tempo ai clienti.
In genere con queste imitazioni ci viene propagandato un prodotto come naturale ed ecologico che però è allo stesso tempo meglio di quello originale, più rispettoso dell'ambiente, economico, senza manutenzione, non radioattivo, riparabile, isolante, leggero, non macchiabile, non gelivo, antigraffio, immutabile, eterno e sempre certificato da un'elenco infinito di attestazioni sul bio-green-eco-costruire. Ma mi raccomando sempre ecologico e naturale come l'originale. Un'imitazione perfetta con mille migliorie. Ormai madre natura dovrebbe andare in pensione con i prodotti inquinanti e poco durevoli con cui si ostina a fare le montagne e meno male che giunge l'uomo coi suoi prodotti artificiali a salvare la terra dall'inquinamento.
Gli agglomerati sono sempre esistiti e sono una necessità per le cave cosi che possano valorizzare anche lo scarto minuto, permettono una riduzione degli scarti e l'ottimizzazione dell'estrazione. La lavorazione della pietra produce scarti che è un peccato buttare via come inerti. Un'altro discorso è l'atteggiamento commerciale.
Sia dato a Cesare quel che è di Cesare. La pietre (quelle vere, naturali) sono la storia, su di loro sono stati incisi i nomi dei faraoni e le tavole della legge di Mosè. Anche se vorranno farci credere che Dio incise le sue parole su una lastra di gres noi non ci crederemo mai.