...segue... Il gotico francese è la più antica ed una delle più famose varianti dell'arte gotica. Le sue vetrate e gli archi ogivali comparvero la prima volta a San Denis nel 1144 una forma chiamata proto-gotico e trovarono nella cattedrale Notre-Dame de Chartres (1194-1230) il primo esempio di Gotico francese compiuto. La cattedrale è stata costruita da operai specializzati, chiamati compagnons, riuniti in confraternite. In questo periodo, esistevano tre confraternite: i Bambini di Padre Soubise, i Bambini del Maestro Jacques, e i Bambini di Salomone legati all'Ordine del Tempio. Questi ultimi hanno lasciato incisi, sulle pietre o sulle travi, dei segni che sono le loro firme.
GOTICO
Nel basso medioevo Muratori e Scalpellini si unirono in corporazioni e confraternite comunali. Lordinamento comacino, che si basava ancora sulle leggi dei re longobardi, formò il quadro di ciò che fu dopo la corporazione. Dopo la secolare custodia della tradizione, prima romana poi longobarda, i Comacini, maestri e allievi, avevano necessità, per lautodifesa contro un ambiente estraneo e parzialmente avverso, di una più forte e più stretta associazione, di una unione che sopravanzasse di molto un ordinamento puramente artigianale. Vennero fondate le confraternite Edili dei liberi muratori divise in logge su base comunale. Vien da sè osservare che si parla di murature in pietra.
Una di esse viene segnalata a Parigi nel 1258; prima ancora, nel 1229, anche a Ginevra si parla di due fratellanze (confratriae) di cui una era istituita per la cattedrale e laltra per la costruzione di ponti . Nel 1319 Cangrande I° della Scala fondò la Corporazione, che riuniva i «mastri» della pietra del territorio Veronese parallelamente a Firenze si formò la corporazione dell' Arte dei Maestri di Pietra e Legname. Nel 1406, quattro anni prima che Avignone cessò di essere sede papale, a Roma venne istituita la corporazione dei marmisti, Università dei Marmorari, che riveriva alla Basilica dei Santi Quattro Coronati sul Celio. Si organizzarono gilde, congreghe, corporazioni, propri statuti, regole, scuole, capitani, chiese, ospedali. Tutte le associazioni veneravano come Santi patroni i Quattro Coronati e la festa cadeva lotto Novembre ed era giorno di riposo.
La massoneria, parola che deriva dal francese 'maçon', cioè l'associazione dei liberi muratori o Franchi Muratori si dice che discenda da queste libere congreghe di scalpellini. In particolare una loro leggenda fondativa li fa discendere dalle conoscenze di un personaggio biblico, Hiram, un fonditore, "figlio di una vedova della tribù di Neftali", "dotato di abilità, d'intelligenza e di perizia nell'eseguire qualsiasi lavoro in bronzo", e sapeva "eseguire qualunque intaglio e creare qualunque opera d'arte". Egli venne inviato dal re di Tiro a Salomone per aiutarlo nella costruzione del tempio. Nella leggenda massonica, il geniale artigiano diviene invece l'architetto del tempio, preposto alla direzione di tutti i lavori e di tutti gli operai. La massoneria, secondo i massoni, sarebbe una conseguenza istituzionale delle corporazioni medievali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche (tra queste, i cosiddetti Magistri comacini) operanti nell'Alto Medioevo e utilizza come simbolo un compasso e una squadra e parimenti festeggia l'8 Novembre come gli antichi lapicidi. Un documento manoscritto risalente al 1535, noto come Carta di Colonia, testimonierebbe per la prima volta "l'accettazione" nelle gilde massoniche di membri che non partecipavano materialmente alla costruzione di edifici e di opere architettoniche. La massoneria fu proscritta dalla chiesa solo nel 1727 in Francia e in Olanda, nel 1738 nella Fiandra e nella Svezia: la condannarono Clemente XII con la bolla In eminenti del 28 aprile 1738; Benedetto XIV nel 1751, Pio VII nel 1814 e Leone XII nel 1825.
In Francia i Lombardi emigrati erano principalmente banchieri detti appunto 'Lombard' , da qui i cambiavalute si spostavano verso lInghilterra attraverso Amsterdam. Boccaccio chiama lombardi gli usurai commercianti fiorentini. Furetière nel 1690, citato da Zweifel, scrive: On appellait autrefois tous les banquiers Lombards. A Parigi il Monti dei Pegni si chiamava Maison des Lombards. Tanto era l'odio per i banchieri, un disprezzo quasi quello riservato agli ebrei, che vennero messi alla pari banchieri lombardi e Maestri Comacini e vennero condannati alla Damnatio Memoriae. Di conseguenza, nei registri scritti dell'epoca, nellelencazione dei paesi di origine degli scalpellini sono stati esclusi tutti i lombardi della popolosa Valle Padana. Queste sono le provincie di Como, Sondrio e Bergamo. Il pregiudizio nato nel Medioevo contro il malfamato nome Lombardo si può definire con un detto latino: semper aliquid haeret, ne consegue che non si hanno attestazioni di mastri comacini operanti in francia.
In italia a seguito dell'espansione del movimento monastico francese cistercense si ha un'applicazione precoce di elementi gotici nel romanico e compaiono i rosoni, le volte a costoloni, gli archi a sesto acuto e le ornamentazioni geometriche e prevalentemente non figurative ma in italia non si seguì il principio dell'annullamento delle pareti a favore dei pilastri portanti e le guglie non avevano valenza strutturale ma solo estetica.
I monaci Cistercensi nati 1098 a Citeaux (Borgogna, Francia) come movimento riformatore dei Cluniacensi si svilupparono rapidamente grazie a san Bernardo prima in Francia e dal 1120 in Italia a Tiglieto, nel 1224 a Lucedio, nel 1334 Morimondo e nel 1135 Chiaravalle Milanese con le sue colonne annodate.
L' Abbazia di Morimondo fu fondata nei pressi del Ticino dal primo Abate Gualchezio venuto di Francia con dodici compagni al seguito del pio Bernardo. Nel 1160 Morimondo aveva già diritto di tutela su altre chiese viciniori. Così nell'anno 1182 poteva iniziarsi la fondazione del tempio, a cui posero mano, come ad altre fabbriche cistercensi, i valenti maestri comacini, e più precisamente forse i maestri lapicidi della valle d'Intelvi, detti anche popolarmente "antelami"' (da Italia Sacra - 1928). Di notevole fattura all'interno dell'abbazia è l'acquasantiera, in pietra di Saltrio, con rosoni e teste fantastiche.
I monaci cistercensi rafforzati con l'introduzione di conversi laici promossero in molte zone la bonifica e il disboscamento di terreni paludosi o selvosi per la coltivazione e costruirono diverse centinaia di abbazie in pochi secoli grazie ad una manovalanza edile itinerante. La prima espressione stile gotico cistercense in Italia, una visibile forma di transizione fra il romanico ed il gotico, è l'abbazia di Fossanova (1187-1206) costruita interamente in travertino.
Le maestranze edili delle diverse congrazioni erano esterne agli ordini ma di loro non si hanno molte informazioni, anche dei pochi architetti e capomastri di cui si ha il nome non se ne conoscono con certezza le origini. Si sa qualcosa di più degli scultori.
Ad Assisi c'è un edificio definito "Casa dei Maestri Comacini", una Loggia del secolo XIII, cosi chiamata per i simboli distintivi dei maestri muratori scolpiti nelle pietre, le maestranze lombarde erano impegnate nella Basilica di San Francesco, i loro segni distintivi, la rosa comacina, il compasso aperto e due leoni tra gli altri, compaiono nellarchitrave di una porta e nelle chiavi delle finestre oltre alla data di parziale riedificazione del 1477. La basilica venne iniziata nel 1228 da Gregorio IX e conclusa nel 1253 da Innocenzo IV ed è uno dei capisaldi della diffusione del gotico in Italia con i tipici archi a sesto acuto che attraversano la navata posti su semipilastri a fascio da cui partono le costolature delle volte a crociera ogivali e gli archi laterali che delimitano le finestre. Vista dall' esterno, nonostante la comparsa del rosone, non ha molto di simile con lo scheletrico gotico francese fatto di colonne, guglie e contrafforti portanti.
Guido Bigarelli proviene da una famiglia di scultori e architetti di Arogno nell'attuale Canton Ticino, attivi in particolar modo in Toscana e Trentino assieme ad altri artisti della regione, queste maestranze sono note con il nome convenzionale di Guidi. Scultore appartenente alla scuola dei Magistri cumacini, realizzò la fonte battesimale ottagonale al centro del Battistero di Pisa, nella Piazza dei Miracoli, datato 1246, attenuando, però, l'originale forza lombarda in un elegante decorativismo, per essersi trovato a contatto con il gusto bizantino chiaro nelle tendenze della scultura pisana del secolo XIII. Le tarsie del fonte, infatti, nella loro geometrica e scandita composizione, acquistano un aspetto tutto particolare per l'eleganza del traforo e le preziosa policromia del marmo.
Giroldo da Arogno nella cattedrale di Massa Marittima scolpì il Fonte battesimale in travertino nel 1267 e a San Miniato nella cattedrale suo è il bassorilievo del 1274 raffigurante lAnnunciazione.
La Ghirlandina, la torre campanaria del Duomo di Modena è uno dei simboli di Modena ed è stata dichiarata patrimonio dell' Unesco). Innalzata entro il 1179 come torre di san Giminiano viene rialzata a 86 metri in stile gotico da Arrigo da Campione (1261-1322) che orna la punta con due ghirlande, due ringhiere di marmo, da cui il nome.
La chiesa di San Pietro apostolo di Zuri, frazione di Ghilarza (OR) è un'architettura del XIII secolo, in stile romanico lombardo con elementi gotici, fu costruita per volontà del judike di Arborea Mariano II progettata e costruita dall'architetto Anselmo da Como, il cui nome è riportato su un'epigrafe in facciata, oltre al nome dell'architetto, vi è anche la data della consacrazione della chiesa 1291.
Giovanni da Campione (Campione 1320 circa Campione 1375 circa) figlio di Ugo da Campione venne avviato precocemente ai lavori di scultura nella bottega del padre a Bergamo; il suo primo dato documentato risale al 1348 quando è attivo nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso a Bellano: un documento vi menziona attivo un Giovanni filuis quondam magistri Ugonis de Campiliono. La sua opera principale si realizza nella basilica di Santa Maria Maggiore e del suo Battistero a Bergamo. Opera sua sono i protiri nod e sud della basilica e un portale datati 1351 e 1360 come si evince dalle epigrafi che contengono la sua firma: Iohannes filius magistri Ugi, nel primo e Iohannes filius quondam domini magistri Ugi, nel secondo. I suoi figli Nicolino e Cristoforo, pure scultori, lo affiancheranno nel cantiere della Basilica, in particolare nella realizzazione del Battistero al suo interno. Sue, o della sua bottega, sono le figure allungate delle Virtù in marmo rosso di Verona. Realizza il portale nord della basilica di Santa Maria Maggiore, detto dei leoni rossi, a partire dal 1351 con una scelta dei materiali interessante: marmo bianco di Musso (Como) e di Olgiasca (Lecco) e il marmo rosso di Verona. Altra sua grande impresa del 1360 è la realizzazione del protiro del portale meridionale detto del leoni bianchi, tutto in marmo di Candoglia. Ancora nel 1360 viene incaricato di realizzare il portalino sul lato nord del coro con ornamentazioni scultoree che datano a partire dal 1366 con marmo personalmente selezionato a Brivio (Lecco). Si ipotizza sia sua la statua equestre di Cangrande della Scala originariamente collocata al sommo del suo monumento funebre collocato sul fianco della Chiesa di Santa Maria Antica a Verona (di fianco alle Arche Scaligere) ed ora conservata nel Museo di Castelvecchio.
Bonino (Campione 1325 circa - 1397 circa) è stato uno dei maggiori maestri della scultura gotica ed è autore tra gli altri del sarcofago trecentesco posto al di sotto della scala del Torrazzo di Cremona, della tomba del vescovo Balduino Lambertini nel duomo vecchio di Brescia ha realizzato del 1349, a Milano del monumento funebre di Bernabò Visconti, eseguito nel 1363, inizialmente in San Giovanni in Conca e adesso trasferito al Castello Sforzesco al Museo d'arte antica e sempre a Milano scolpì il mausoleo di Stefano Visconti e Valentina Doria nel 1359 in Sant'Eustorgio. Suo capolavoro sono le arche scaligere di Verona (1374) i monumenti funebri gotici dei signori di Verona i 'Della Scala' . Per realizzarle Bonino da Campione fu pagato più di 10.000 fiorini, una somma enorme all'epoca. Negli atti della Fabbrica del Duomo di Milano il suo nome viene spesso (1388-1397) nominato quale membro della Commissione alla Costruzione (Meyer).
La ricostruzione in forme trecentesche del duomo di Monza si deve a Matteo da Campione.
La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano è l' ente che provvede alla valorizzazione, manutenzione e restauro del Duomo di Milano, senza alcuna ingerenza negli affari ecclesiastici. La storia della Fabbrica inizia nel 1387, quando viene istituita da Gian Galeazzo Visconti per supervisionare la costruzione del Duomo, sostituendo la Superstantia di Santa Maria Maggiore creata l'anno prima dall'arcivescovo Antonio da Saluzzo. Alla Fabbrica vennero affidate tutte le funzioni relative alla realizzazione, compreso il reperimento di fondi, compito che assolve ancora oggi. Grazie a questo ente il Duomo abbandona il progetto di costruzione in mattoni, come nel XIV secolo avviene per tutti gli edifici di culto della Lombardia, ispirandosi invece al movimento gotico fervente in Europa e in particolare in Francia e si utilizza il marmo bianco di Candoglia facendolo uno dei pochi monumenti in stile gotico realizzato in marmo bianco. Il tiburio venne terminato nel 1765, nel 1769 la guglia maggiore e finalmente fu completata la facciata nel 1813 su espresso ordine di un anticlericale come Napoleone. Guglie e statue vennero completate nel 1892.
Jacopino da tradate da (Tradate 1370/80 -. 1440) dal 1401 al 1425 fu attivo in posizione di assoluta prevalenza nella fabbrica del Duomo di Milano. Nel 1415 lamministratore del Duomo di Mantova scriveva che aveva molta abilità e ingegno nello scolpire figure umane e danimali e lo nominava scultore a vita del duomo e chiedeva di cercarlo per limmenso mondo , così Jacopino si trasferì alla corte dei Gonzaga, a Mantova. Il figlio Samuele , amico del Mantegna, fu pregevole scultore. Si occupò anche di architettura e nella disputa per la copertura del Duomo dove riuscì a far trionfare il suo sistema per la copertura da dare alla fabbrica. Delle sue opere in Milano si ricorda uomo nudo, 1404, abside del duomo, padre eterno, nel coro in alto nel duomo, Martino V°, 1424, seconda campata del duomo, san Rocco, san Galdino, Alessandro V, san Bartolomeo, attribuite, allesterno del transetto sinistro del duomo, bassorilievo Adorazione dei Pastori, attribuito, santAmbrogio a Milano, Madonna con Bambino, attribuito, museo Castello Sforzesco e il coperchio del sarcofago di A. Folperti, Musei Civici Pavia.
Il Duomo di Como viene edificato su progetto dell'intelvese Lorenzo degli Spazzi nel 1396 in marmo di Musso. Pietro da Breggia vi lavorò tra il 1426 e il 1453, dal 1457 Florio da Bontà e Luchino Scarabota - autore del rosone - costruirono la facciata. Ai lati del portale principale, una posizione privilegiata venne riservata ai due grandi comaschi pagani Plinio il Vecchio e Plinio il Giovane, e alle sculture dei Quattro Coronati. Lo scultore Tommaso Rodari da Maroggia progettò, dal 1484, le fiancate e i portali laterali, il sinistro dei quali viene detto " porta della rana". Anche Amuzio da Lurago lavorò ai complessi decorativi, contribuendo soprattutto nel sistema della facciata. I lavori terminarono nel 1770, con l'elevazione della cupola, opera del messinese Filippo Juvara allievo a Roma dei comaschi Carlo Fontana e Francesco Fontana.
Nel Duomo di Alba, riedificato dal 1486 sino al 1517 In stile gotico lombardo, opera Antonio Carloni (Rovio - Canton Ticino, 1470 Genova, 1520) e nel 1507 il comasco Giovanni Lorenzo Sormani di cui si ricorda il bassorilievo policromo. Ad Alba si sono sempre utilizzate le arenarie di estrazione locale di diverso colore e consistenza, in particolare a Corte di Casale prendono residenza diversi mangiasass lombardi che sfruttano le cave di Villadeati da dove si estrae una arenaria detta Pietra di Acqui che è stata estratta fin da epoca romana e con cui venne costruito l' Acquedotto romano di Acqui.
RINASCIMENTO
Tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo la meta principale dei maestri lombardi divenne Roma. Sotto papa Sisto IV (1471-1484) lavorano in concorrenza Maestri Comacini e Maestri Toscani: la colonia toscana a Roma ha per rivale la colonia lombarda. Della colonia comacina sono nominati: Antonio Johannes di Como nel 1482 alla basilica vaticana, Franzuscus di Como e Giorgio il lombardo nel 1471 ambedue alla Cittadella di S. Marinello; Johannes di Como (1472), Primus di Como (1483), Remigius Bernardi di Valtilene in Valtellina e suo fratello Johannes il lombardo (Müntz). Il Maestro Angelo di Como nel 1463 lavora al pulpito papale in S. Pietro (Th. B., Müntz).
Andrea Bregno (Osteno, 1418 circa - Roma, settembre 1503) esegue per Sisto IV il Ciborio, la balustrata e la cantoria della Cappella Sistina in Vaticano. Con Baccio Pontelli e col nipote Antonio II Bregno, partecipa dal 1485 alla costruzione del Palazzo della Cancelleria, e alla ristrutturazione di Santa Maria del Popolo, progettandone la facciata e il portale; all'interno suoi sono due tabernacoli marmorei con le statue di San Giovanni e Sant'Andrea e con Mino da Fiesole e il Pinturicchio la Cappella Maggiore. Nel 1490 esegue, per la Basilica di Santa Maria della Quercia tra Bagnaia e Viterbo, la facciata e l'altare maggiore. Fu affermato scultore e amico del giovane Michelangelo tanto che alla sua morte nel 1503 terminò le sculture della "Tomba di Pio II Piccolomini", iniziate appunto dal Bregno poco prima, cosa che non fece con nessun'altra opera. Il comasco Beltramo di Martino da Varese, uno dei principali assistenti ai lavori di Papa Nicola V (1447-1455) comandava unintera armata di operai e possedeva grandiose fornaci di mattoni e forni da calce in Roma. Il suo credito annuo dalle casse papali ammontava a circa 30.000 ducati doro.(Burckgardt).
Diverse generazioni di viggiutesi furono impegnate nei numerosi cantieri edili nella realizzazione di prestigiosi progetti. Tre di loro, Martino Longhi il Vecchio, Flaminio Ponzio e Onorio Longhi, nominati architetti papali, furono tra i principali artefici del "Manierismo romano",
Martino Longhi il Vecchio (Viggiù 1534 - ante 1594) è capostipite di una delle famiglie di architetti lombardi che lavorarono a Roma alla fine del secolo. Ispirandosi al Vignola, collaborò con Della Porta e Domenico Fontana. Partito come scalpellino alla volta di Roma divenne Architetto di primo piano nella capitale dove realizzò diverse opere quali le migliorie a palazzo Borghese (il cortile a colonne binate), le chiese Santa Maria della Consolazione, San Girolamo degli Schiavoni, santAnastasio dei Greci, la Basilica di S. Maria in via lata, Basilica di S. Prassede all'Esquilino, palazzo Altemps, Villa Mondragone a Monteporzio Catone, la torre del Palazzo Senatorio in Campidoglio, su due ordini e ben più elevata di quella dell'originario progetto di Michelangelo e infine a Viggiù modificò in stile tardo-rinascimentale la Chiesa parrocchiale di Santo Stefano protomartire. Fu padre di Onorio, Milano 1569 - Roma 1619. Sia Onorio che Martino sono, oltre che architetti civili e militari, dottori in legge, e insieme a Martino il Vecchio, professori dell'Accademia di San Luca. Risulta infatti che nel 1594, Martino il Vecchio e il figlio Onorio parteciparono a seminari sulle arti. Ciò dimostra i vari interessi culturali dei Longhi: dal campo più propriamente ingegneresco, che permetterà loro di affrontare delicati problemi statici (e qualificherà, poi, Martino il Giovane tanto da essere chiamato a partecipare alla commissione per il campanile berniniano di S. Pietro) al campo più attinente alle arti, fino alla filosofia e alla letteratura
Flaminio Ponzio (Viggiù 1560 Roma, 1613) recatosi fin da giovane a Roma operò nella corrente culturale architettonica conclusiva del manierismo mediata con accenni al barocco. La protezione della famiglia Borghese gli assicurò molti importanti incarichi. Nominato da Paolo V "architetto di Sua Santità e di Palazzo" principalmente per questo papa che lo incaricò di ampliare il palazzo del Quirinale. Le sue opere principali sono tutte a Roma tre le quali la Cappella di Paolo V° in Santa Maria Maggiore del 1611, la Facciata su via Ripetta di Palazzo Borghese, l'oratorio in san Gregorio al Celio, il Casino di Villa Borghese, ilPalazzo Sciarra, il restauro, con l'aggiunta di una nuova cupola, della chiesa di Sant'Eligio degli Orefici. la fontana DellAcqua Paola al Gianicolo, Villa Torlonia in Frascati, la Basilica di San Sebastiano fuori le mura, che sarà ultimata da Giovanni Vasanzio( Jan Van Santen), suoi socio in altre opere.
Onorio Longhi (Viggiù, 1568 Roma, 1619)) cominciò come assistente del padre Martino, ereditando le sue commissioni al momento della morte (1591). Amico personale di Caravaggio, insieme a cui fu coinvolto nel celebre processo per omicidio del 1606 e di conseguenza esiliato. Nel 1611, un'amnistia papale gli permise di rientrare a Roma. Qui disegnò la prima pianta della chiesa "nazionale" dei milanesi, Santi Ambrogio e Carlo al Corso, continuata poi dal figlio e da Pietro da Cortona, la chiesa di San Francesco a Ripa, il Palazzo Verospi al Corso e la facciata della Villa Altemps.
A Venezia sono conosciute molte famiglie di architetti e scultori lombardi del lago di Como, tra di essi Pietro Lombardo nato nel 1435 a Carona sul lago di Lugano ed i suoi figli Antonio e Tullio. Realizza il Monumento al doge Pasquale Malipiero mescolando elementi ancora gotici con elementi classici, è attivo nel Duomo di Treviso e realizza nel 1489 con l'aiuto dei figli la chiesa di Santa Maria dei Miracoli.
Antonio Bregno da Osteno (Osteno, 1400 circa Venezia, 1458 circa) segue l' apprendistato sul cantiere del Duomo di Milano, nel 1425 a Venezia lavora alle decorazioni scultoree alla Ca' d'Oro con Matteo Raverti, poi a Palazzo Ducale quest'ultimo è conosciuto per il suo capolavoro: la "Tomba Foscari" nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia.
Antonio Rizzo (Verona 1430 - Cesena 1499) compie il suo apprendistato sul cantiere della Certosa di Pavia. A partire dal 1457 lavora a Venezia nella bottega di Antonio Bregno il cui discendente Lorenzo risulta poi essere nipote del Rizzo. Realizza il "monumento funebre del doge Francesco Foscari" nella chiesa di chiesa di Santa Maria dei Frari e nel 1467 decora il portale della chiesa di Sant'Elena. Nel 1474 vien mandato a Scutari, attaccata dai turchi, a migliorare le opere di fortificazione poi rivelatesi vincenti. Nel 1484, vien nominato Proto della fabbrica del Palazzo ducale e si occupa di sistemare le "Procuratie Vecchie" con la collaborazione di Guglielmo della Porta da Porlezza.
Lorenzo Bregno (Osteno 1460 - Venezia 1530) è figlio di Paolo, fratello di Giovan Battista, entrambi scultori, e nipote di Antonio Rizzo. A inizio 1500 opera in San Giobbe nella Cappella Grimani o di San Luca e realizza l'Altare marmoreo e le decorazioni marmoree del presbiterio. Nel Duomo di Cesena dedicato a San Giovanni Battista, suo è il trittico ricollocato nella navata di sinistra. Nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia verso il 1528 scolpisce il notevole Monumento ad Alvise Pasqualigo, ora restaurato grazie ai fondi dell'Unesco, sue opere sono pure il leone di San Marco a Rovigo e il loggiato interno delle Procuratie Vecchie in Piazza San Marco.
Giovanni Battista Bregno (Osteno 1455 - Venezia 1520 circa) realizza nel Duomo di Cesena l'altare del Corpo di Cristo e col fratello Lorenzo Bregno la Tomba a Benedetto Pesaro nella Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari a Venezia.
Giovanni Bon (Campione, 1380 ca. Venezia, 1442) e Bartolomeo Bon (Campione, 1400 ca.) o Buon, padre e figlio realizzano la decorazione del famoso palazzo gotico veneziano Ca' d'Oro la cui facciata venne iniziata da Matteo Raverti, e compiuta fra il 1421 e il 1440 da Giovanni e Bartolomeo su commissione del mercante Marino Contarini. Sviluppano alcune decorazioni di palazzo Ducale e di diverse chiese veneziane come portale in marmo della Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari (1432-1442). Bartolomeo nel 1459 è chiamato a realizzare in marmo proconnesio il portale monumentale della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo. Con l'aiuto di Giovanni Buora di Osteno (Val Intelvi) e con il bergamasco Mauro Codussi di Lenna (Val brembana) eseguì la policroma, fastosa ed elegante facciata della Scuola Grande di San Marco. Di Codussi sono tra gli altri il Palazzo Vendramin-Calergi e palazzo Zorzi a Venezia. Successivamente termina in stile decisamente rinascimentale la costruzione della chiesa di San Giobbe. Sempre a Venezia lavora Pietro Solari Lombardo da Carona coi suoi abili figli Antonio e Tullio (Th. U., Schubring).
A Udine Carlo da Carona viene incaricato di eseguire il fonte battesimale e il portale maggiore del Duomo di S. Daniele del Friuli, lavori pagati rispettivamente 60 e 49 ducati il 26 ottobre 1510. Il portale fu collocato nel Settecento nel fianco sinistro della chiesa di S. Daniele in Castello.
Antonio Abbondi, detto lo Scarpagnino (Grosio - Valtellina 1450 circa - 1549 Venezia), nel 1505 erige la Chiesa di San Sebastiano a Venezia, restaura il Ponte di Rialto, dopo l' incendio del 10 gennaio 1514 che colpì tutta l'insula di Rialto fu incaricato della ricostruzione di tutta la zona in puro stile rinascimentale tra cui la chiesa di San Giovanni Elemosinario. Nel 1520 lo Scarpagnino e Francesco Lurano terminarono i restauri del Ponte Pietra a Verona. Dal 1527 lo Scarpagnino era tra i membri della Confraternita della Scuola Grande di San Marco, per la quale eseguì il modello per l'altare grande della sala superiore. Nel suo testamento 1548 lasciava le sue case di Venezia e una casa con terreno situata a Zianigo, vicino a Mirano alla moglie Orsa e al figlio prete Giambattista; faceva erede dei rimanenti beni il figlio Marco, scalpellino come il padre, con cui aveva spesso collaborato.
A Milano opera Boniforte (o Guiniforte) Solari o de Solario (Carona 1429, Milano, 1481 circa), sono suoi i progetti per la cupola e il tiburio del Duomo di Milano che saranno realizzati dall'Amadeo, suo allievo e genero. Rispettando i canoni della tradizione e della committenza progetta il convento, terminato nel 1469, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie,
Giovanni Solari (Carona, 1400 circa Milano, 1480) è figlio dell'architetto ed ingegnere del Duomo Pietro Solari da Carona, dirige il cantiere della Certosa di Pavia dal 1428 al 1462. Suo figlio Guiniforte Solari, anche lui architetto ed ingegnere gli succede nella direzione dei suddetti cantieri. Nel 1445 è responsabile del controllo della fornitura di sarizzo che secondo il contratto era effettuata dal cognato Cristoforo Benzoni, sposo di Anexia Solari, sua sorella. L'altro figlio Francesco Solari, abile scultore attivo sia alla Certosa di Pavia che nella Fabbrica del Duomo, è maestro dello scultore ed architetto Giovanni Antonio Amadeo l'autore della cappella Colleoni di Bergamo e di molte sculture della Certosa di Pavia.
Jacopino da Tradate (Como) lavora al Duomo di Milano dal 1401 al 1425. Nel 1415 ottiene lincarico a vita. Il suo capolavoro è la statua marmorea di Papa Martino V in doppia altezza naturale eretta nel Duomo (Th. B.).
Pietro Antonio Solari o Solario (Carona, 1445 circa Mosca, maggio 1493) figlio di Guiniforte Solari, fratello del pittore Andrea, della grande famiglia originaria di Carona nel Canton Ticino come Marco Ruffo, svolge la sua attività di scultore sui cantieri della Certosa di Pavia, del Duomo di Milano e della Ca' Granda. Partecipa alla ricostruzione di varie chiese milanesi: Santa Maria del Carmine (1470 circa), l'Incoronata (aula meridionale compiuta nel 1487), San Bernardino alle Monache.
Antonio Della Porta, detto Tamagnino (Osteno, 1473 - Porlezza, 1519) con Pace Gaggini da Bissone e Gerolamo Viscardi da Laino realizza le sculture della facciata della Certosa di Pavia. Realizza il Palazzo di Lorenzo Cattaneo in piazza Grillo Cattaneo nel 1505 scolpisce il portale marmoreo e nel 1500 scolpisce il busto di Acellino Salvago, suo capolavoro, conservato al Kaiser Friedrich Museum di Berlino, nel 1506 su invito del cardinale Georges I d'Amboise si reca in Francia nell'Alta Normandia e con il conterraneo Pace Gaggini (Bissone, 1465 - Genova, 1525) scolpisce a Rouen la fontana dell'Arcivescovado e nel castello di Gaillon la fontana ora conservata al museo del Louvre.
Giovanni Antonio Amadeo (Pavia, 1447 - Milano 1522), di origini luganesi e imparentato con i Solari è sia sculture che architetto, realizza il ciborio-tabernacolo in pietra di Saltrio, oggi conservato nella cattedrale di San Lorenzo a Lugano, nel 1473 termina la cappella Colleoni di Bergamo, per poi tornare come scultore alla Certosa di Pavia. Nel 1486 gli fu affidata la costruzione della facciata della chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano, in collaborazione con Donato Bramante mentre in seguito come ingegnere si occupò delle fortificazioni di Chiavenna e di Piattamala (Tirano) e delle strade e ponti della valle. Per il Marchese Stanga realizza sul lago di Como, a Bellaggio, la Villa Serbelloni, che sorge nel luogo dove la tradizione vuole che esistesse quella di Plinio il Giovane, e la facciata della cattedrale di San Lorenzo a Lugano. Nel 1490 fu eletto ingegnere del cantiere del Duomo dove il problema annoso di come realizzare il tiburio aveva bloccato per tanto tempo il cantiere. Il peso da sostenere era semplicemente enorme, Amadeo si reca sul cantiere del Duomo di Pavia insieme a Leonardo da Vinci per cavargli dei consigli utili a correggere i difetti statici causati dal primitivo progetto del Rocchi. Il 13 aprile l'arcivescovo e i deputati della Fabbrica del Duomo di Milano, considerato che nessun ingegnere si dichiara in grado di finire "il tiburio", ritengono che in tutto il ducato non vi sia nessuno meglio di lui e del Dolcebuono, adatto all'arduo compito e li incaricano di portare a termine uno dei modelli presentati.
Florio da Bontà, architetto di Como dirige la costruzione, su suo progetto, della facciata del Duomo di Como, 1457-1464 (Th. B.,Enc. It.).
Antonio da Lonate - vero nome Antonio Bodio (Lonate Pozzolo 1457 - Milano) realizza il santuario di Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio (1517), la Basilica di San Magno a Legnano e la parrocchiale di Castelleone.
Tommaso Rodari (Maroggia, 1460 Como, 1525) seguaci dell'Amadeo essendo attivo nei suoi primi anni sul cantiere della Certosa di Pavia, si trasferisce a Como nel 1484 come autore di parecchie statue: Santa Maria Maddalena, Sant'Ambrogio,la Beata Vergine, Angelo della Resurrezione di Cristo, e decorazioni per la facciata del Duomo, sul fianco settentrionale progetta l'ornatissima Porta della rana, i due podii con le statue di Caio Plinio Secondo il Vecchio e Caio Plinio Cecilio Secondo il Giovane, le rispettive edicole poste sulla facciata del Duomo. In seguito si sposta a Busto Arsizio dove, in collaborazione con Antonio da Lonate, realizza il Santuario di Santa Maria di Piazza: una costruzione rinascimentale a pianta centrale, tiburio a loggiato e coperture a sella rialzata con lanternino, eretta a partire dal 1517. Scolpisce nella chiesa dei Santi Fedele e Simone di Vico Morcote trittico in pietra di Saltrio posto sopra il portale meridionale.
Opera di Pellegrino Tibaldi detto il Pellegrini (Puria di Valsolda / Como, 1527 Milano, 1596) sono Basilica di San Gaudenzio a Novara, 1577; la facciata della Madonna dei Miracoli a Saronno, 1583; il Santuario di Rho, 1584. Nominato architetto del Duomo di Milano (per il quale eseguì molti lavori, tra cui il battistero, 1567), Tibaldi svolse una vastissima attività professionale di progettista e consulente tecnico e concluse la sua carriera nuovamente come pittore, alla corte di Filippo II in Spagna (affreschi del chiostro e della biblioteca dell'Escorial, 1588-1595).
A Genova a partire dal 1489 Antonio Carloni (Rovio, 1470 Genova, 1520 circa) in collaborazione con Michele D'Aria è attivo nella Galleria dei marmi di Raffaele de' Fornari, con il fratello lavora nella cattedrale di San Lorenzo dal 1501 al 1504 e scolpisce il portale del palazzo di Cipriano Pallavicini in piazza Fossatello 2, oggi conservato nel Victoria and Albert Museum di Londra. Nel 1508 realizza l'altare maggiore della chiesa di San Domenico di Guzmán. Trasferitosi in Piemonte, del 1509 è il suo rilievo di Amedeo di Romagnano, scolpito sulla lastra tombale posta nel Duomo di Torino. Il suo stile esecutivo è ravvisabile anche nella lastra tombale del vescovo Andrea Novelli, in fondo alla navata sinistra del Duomo di Alba. Dal 1514 al 1517[2] nel transetto sinistro del Duomo di Alba è l'autore dell'altare marmoreo che conserva le reliquie di San Teobaldo e degli altri Santi tutelari della città, che si compone di predella, pala e cimasa Nel 1518 si reca in Spagna dove viene incaricato della trasformazione architettonica e scultorea del castello di La Calahorra, che sorge sopra un monte a nord di Granada nella Sierra Nevada, eretto dal magnifico signore Don Rodrigo de Vivar y Mendoza, figlio del cardinale Don Pedro Gonzáles de Mendoza. Nello stesso anno rientra in Liguria dove la sua opera è attestata nel cimitero accanto al Duomo di Savona.
Antonio Maria Aprile (Carona, 1500 circa - Genova, 1550) di Carona e Bernardino Gaggini di Bissone risultano molto attivo a Toledo per la famiglia nobiliare degli Ayamonte. Don Fernando Colombo, il figlio di Cristoforo Colombo è a Genova al seguito dell'imperatore Carlo V e qui gli ordina con Antonio di Nove di Lanzo d'Intelvi, un portale e quattro finestre in marmo per la sua biblioteca di Siviglia. Con lo scultore Antonio di Nove di Lanzo d'Intelvi nel 1532 scolpisce i pilastri e le colonne dell'Alcazar di Siviglia.
Con il XIV secolo la nascita di numerosi cantieri in Toscana decretò limpiego di un gran numero di lombardi, che, probabilmente in seguito alle precedenti ondate migratorie, si erano già stabiliti in territorio toscano; i documenti sottolineano la loro presenza in modo massiccio a Bagno Vignoni, Sinalunga, Petriolo, Grosseto, Montepulciano, Arcidosso, Lucignano dArbia, Talamone. Altre maestranze provenienti da Lugano e Mendrisio, Milano, Monza e Como sono registrate a Montalcino, Fighine, Saturnia, San Quirico dOrcia, Sarteano. Da evidenziare, soprattutto, come a Siena, allinizio del Trecento, magistri ex gente lombarda abbiano parte attiva nei cantieri del Duomo Nuovo, e, un secolo dopo, nei restauri di esso e nei cantieri del Palazzo Piccolomini, del Governo, della chiesa dei Servi e di Fontegiusta.
Nel XIV secolo gruppi di lombardi sono impiegati nella edificazione delle fortificazioni di Bagno Vignoni, Sinalunga, Petriolo (1399-1413), Grosseto, nel cassero di Montepulciano, dove nel 1354 metà dei quaranta maestri impiegati erano lombardi, in quello di Arcidosso e a Lucignano d'Arbia nel 1394 con ventidue maestri impiegati. A Talamone, quando all'inizio del Trecento alcuni muratori della medesima origine vengono ingaggiati nel cantiere del porto, successivamente troviamo ancora un lombardo, Maffiuolo da Luino, come custode del suo cassero(19) . Nella prima metà del Quattrocento altre squadre di lombardi, alcuni provenienti da Lugano, Mendrisio, Milano o Monza, lavorano alle opere di fortificazione di Montalcino , alla costruzione del cassero di Fighine con uomini provenienti da Lugano, delle mura e della rocca di Saturnia con lavoratori emigrati ancora da Lugano e Como, a S.Quirico d'Orcia con specialisti di Lugano, a Sarteano e alla costruzione della diga del lago Bruna con lombardi originari della valle di Lugano. A Siena, probabile punto di arrivo e smistamento, questi lavoratori sono presenti, all'inizio del Trecento, nei cantieri del Duomo Nuovo e si ritrovano un secolo più tardi ancora impegnati nei restauri del Duomo e sui cantieri dei palazzi Piccolomini, del Governo, della chiesa dei Servi e di Fontegiusta . Ma queste sporadiche attestazioni di frequenza nella città non sono altro che la punta di un grande iceberg, rappresentato da una fortissima immigrazione di cui ci possiamo solo rendere conto tenendo presente che nel 1462-64 l'80% dei muratori, il 70% dei manovali e il 49% dei fornaciai cittadini erano lombardi provenienti dalle zone dei laghi Maggiore, di Como e di Lugano. Nel 1473 l'arte dei maestri di pietra a Siena era retta da un camarlengo senese e uno lombardo. Nella convenzione tra i maestri di pietra stipulata in città nel 1476 compaiono i nomi di ben 28 lombardi e una serie di tentativi da parte dei muratori locali per impedirne il flusso, denuncia una situazione di forte tensione che comportò anche una sorta di spartizione dei lavori, con i cantieri cittadini affidati ai senesi e quelli del territorio ai lombardi . La presenza di una consistente comunità di lombardi a Siena e nel territorio è inoltre indicativa di un nuovo elemento, rappresentato dalla loro più frequente stanzialità, che stupisce soprattutto in rapporto alla maggiore mobilità dei lavoratori locali . I lombardi tendevano infatti a stabilirsi nel luogo dove avevano lavorato, secondo quanto accade, ad esempio, a Fighine quando dei lombardi sono designati castellari, a Saturnia dove molti divengono proprietari terrieri entrando in conflitto con gli interessi dei locali, a Radicondoli, Sovana, Montalcino o S.Quirico d'Orcia... Tra la fine del XIV e per tutto il secolo successivo, dei lombardi sono infatti impiegati nel cantiere della Certosa di Calci, mentre nella seconda metà del XV secolo, vengono affidati a Martino da Lugano ed il figlio dei lavori al convento di Pontremoli.' Articolo pubblicato in Magistri d'Europa, Atti del Convegno Internazionale (Como 23-26 ottobre 1996), Como, pp.140-155 di Giovanna Bianchi.
A Todi chiesa di Santa Maria della Consolazione, progettata dal Bramante, costruita dal 1508 al 1607 attesero Cola di Matteuccio da Caprarola (fino al 1512), quindi Ambrogio da Milano, Francesco da Vita, scalpellini lombardi.
La Certosa di Pisa fu fondata nel 1366 dai Padri Certosini nelle immediate vicinanze della città nella valle di Calci, dove lavorarono all'edificazione per lungo tempo numerose maestranze provenienti dalla regione dei laghi lombardi e che si erano riunite in una colonia a Rezzano. Alla fine del XIV sec. la Certosa, che prende il nome di Certosa di Valle Graziosa, poteva dirsi già compiuta nelle sue strutture principali. Il primo nome conosciuto dei vari artefici che lavorano alla Certosa è un Maestro Comacino, Pietro da Como, al quale il 16 maggio 1392 viene affidato dai frati della Certosa un lavoro alla facciata della Chiesa. Nel 1456 troviamo altri due Magistri Giovanni e Andrea "de lo chontado di Chomo" che iniziano la scala marmorea all'esterno della Chiesa. Nel 1486 Maestro Zanone muratore lombardo inizia a costruire le "banche del colloquio" nella cappella adiacente al piccolo chiostro e lavora anche al muro di cinta del "Zardino del monastero". Nel corso del XVII secolo Maestro Antonio Mota di Lugano restaurò la Chiesa facendo le finestre attuali e decorandole di stucchi e Maestro Antonio da Milano fece gli stucchi della sagrestia.
Il maestro Albert di Como nel 1448 opera al Duomo di Orvieto.
I Mastri comacini nelle Marche
- Bernardino di Pietro da Carona architetto, scultore, (1478/1512 c.). Nel 1498 abita a Senigallia. Jesi 1498, palazzo del Comune, partecipa alla stima di un leone scolpito e lanno dopo alla perizia delle finestre. Ascoli 1504, convento di S.Agostino: gli vengono ordinati alcuni capitelli, colonne e archi. Fano 1506, stemma del card. Gabriele de Gabrieli (distrutto). Ascoli 1509, atto notarile: Magr. Bernardinus magr. Petri de Cariora vallis Lucano de Lombardia hab. civ. Asculi. Ascoli 1510, chiesa di S.Francesco: monumento a Papa Giulio II; lanno dopo, chiesa di S. Maria del Lago: disegno del tabernacolo costruito da Domenico da Pavia (distrutto). Fano 1511/1513, portale della chiesa di S.Michele. Fano 1512, atto notarile: Magister Bernardinus magistri Petri da Carona vallis Lugani scarpelinus et habitator Fani.
- Bregno Andrea da Osteno (Como) scultore (1418/1503). Treia, Duomo: altare maggiore, statue dei SS. Pietro e Paolo.
- Cantoni Giacomo da Muggio architetto, stuccatore sec. XVIII. Fabriano, chiesa di S.Agostino: decori della navata.
- Costantino da Lugano architetto, con il fratello Giovanni Battista a Matelica, costruiscono palazzo Ottoni 1452, palazzo Piersanti e la facciata del Duomo 1474.
- Della Porta Giovanni Battista da Porlezza scultore, col fratello Tommaso a Loreto 1542, Santuario della Santa Casa: statue delle Sibille e dei profeti.
- Fiamberti Tommaso da Campione scultore, sec. XIV/XV. Urbino, Galleria naz. delle Marche: Madonna con bambino rilievo in marmo; Cagli, chiesa di S.Francesco bassorilievo.
- Fontana Domenico da Melide architetto, stuccatore (1547/1607), Ancona 1577, Cittadella: progetto per il restauro del molo; Montalto Marche 1586, Duomo.
- Fontana Giovanni da Melide architetto, scultore (1540/1614). Loreto 1604, Fontana della Madonna: disegno, insieme a Carlo Maderno da Capolago.
- Francesco Del Papa lombardo architetto, scultore. Fossombrone 1479, palazzo vescovile.
- Giorgio da Como architetto, scultore. Jesi 1227, Duomo: acquasantiera con due leoni; Fermo 1257, Duomo.
- Giovanni Botto da Lugano architetto. Santuario di Macereto (MC) 1538 sostituito da Carlo di Tommaso Salvi da Melide architetto, il quale con i suoi figli Giacomo e Filippo lo portano a termine nel 1558.
- Giovanni di Gabriele da Como architetto, scultore. Jesi 1513, palazzo della Signoria: targhe con leone, loggia inferiore del cortile; chiesa di S.Marco: sepolcro Nolfi.
- Lironi Giuseppe da Mendrisio scultore (1689/1749). Urbino, Oratorio di S.Giuseppe: statua di S.Giuseppe, in marmo.
- Lombardo Antonio da Carona architetto, scultore (1458/1516). Montecassiano: palazzo del Municipio, chiesa e campanile dellAssunta. Loreto 1583, Santuario della S.Casa: facciata, statua in bronzo della Madonna col Bambino di Girolamo Lombardo aiutato dal figlio Antonio e dai discepoli Calcagni e Vergelli.
- Lombardo Aurelio da Carona (1501/ Recanati 1563). Scultore e fonditore lavora con i fratelli Girolamo e Lodovico nel 1539 a Loreto; nel 1550 a Recanati, escono dalla sua fonderia le porte in bronzo della Basilica di Loreto.
- Lombardo Giorgio di Antonio da Carona lapicida. Nel 1494 abitava in Ancona. Senigallia 1494, Rocca: stipiti scolpiti da Georgius mag.i Antonius fi.l qd.m. mag.ri Lombardi de Carona.
- Lombardo Girolamo scultore e fonditore (1504/1590). Fermo, Duomo: tabernacolo in bronzo; Loreto, S.Casa: statue di bronzo di Ezechiele, Malachia, Mosè, Zaccaria.
- Lombardo Pietro da Ciona di Carona architetto, scultore (1435/1515). Urbino, Cappella del Perdono.
- Lombardo Tullio detto Tullio Solari da Carona architetto, scultore (1455/1532). Cingoli 1531, palazzo del Municipio: facciata porticato.
- Lombardo Mariano architetto, lapicida. Fabriano 1605, chiesa di S.Benedetto: disegno e costruzione.
- Loni Pietro da Lugano architetto, scultore sec.XVIII. Fabriano, chiesa S.Filippo: disegno della facciata.
- Lucchini Bartolomeo da Como architetto. Offida 1488, costruzione della Rocca.
- Maderno Carlo da Capolago architetto, ingegnere, scultore. (1556/1629). Vedi Giovanni Fontana.
- Maestro Filippo lombardo. Ancona 1221, costruzione della Porta della farina detta di S.Pietro.
- Maggi Carlo da Poruzzella architetto. San Severino 1768, chiesa di S.Giuseppe.
- Raggi Antonio Ercole detto il lombardo da Vico Marcote scultore (1624/1686). Loreto, S.Casa: monumento funebre del card. Bonaccorsi.
- Silva Francesco da Morbio scultore, stuccatore (1560/1633). Fabriano, Duomo: statue varie; Loreto, modello della Fontana grande.
- Tibaldi Pellegrino detto Pellegrini da Puria di Valsolda architetto, scultore, pittore (1527/1596). Ancona, Cittadella; chiesa di S.Francesco delle Scale: tela con Battesimo di Cristo; palazzo Ferretti, attribuzione; Loggia dei Mercanti: restauro dopo un incendio.
- Taddeo da Como scultore. Fabriano 1481, chiesa dei SS. Biagio e Romualdo: sarcofago in marmo per le reliquie di S. Romualdo.
- Tomaso da Carona nel 1481 lavora nella chiesa di S.Pietro in Castello di Ascoli Piceno con altri compaesani.
Agostino Ramelli (Mesenzana o della vicina Ponte Tresa (Varese) 1531- Francia 1608) fu fino al 1555 al servizio di Gian Giacomo de Medici, si trasferì in Francia dove fu al servizio di Enrico dAngiò, figlio di Enrico II e di Caterina de Medici, dal 1574 re di Francia con il nome di Enrico III. Prese parte allassedio de La Rochelle in qualità di ingegnere. Con lascesa al trono di Enrico, consolidò la sua posizione a corte e decise di pubblicare i suoi studi e i suoi progetti. Essi furono raccolti nel volume <"Le Diverse Et Artificiose Machine Del Capitano Agostino Ramelli Dal Ponte Della Tresia Ingegniero del Christianissimo Re di Francia et di pollonia. .Nelle quali si contengono uarij et industriosi Mouimenti, degni di grandissima Speculatione, per cavarne beneficio infinito in ogni sorte di operatione; Composte in lingua Italiana et Francese. Parigi, in casa dell'Autore 1588., con privilegio del Re ">. Vi sono 110 pompe o meccanismi per innalzare lacqua, 25 mulini, 10 gru, 7 meccanismi per trascinare strutture pesanti, 4 cassoni per il prosciugamento di fossati, 4 fontane, 15 ponti per attraversare fossati, 14 congegni per sfondare le difese nemiche ed infine dispositivi per lanciare palle da canone e trabocchi. Questopera è un classico dellingegneria rinascimentale ed ebbe una significativa influenza sullo sviluppo della meccanica europea nei decenni successivi. Il suo progetto più noto è forse la ruota dei libri, leggio multiplo rotante, ideato per consentire lagevole lettura contemporanea di più testi; offriva al suo utilizzatore la possibilità di disporre di più libri, mantenuti orizzontali da un complesso sistema di ruote dentate, sì che i libri non cascheranno, ne si muoveranno dal luogo dove si sono posti: anzi resteranno sempre nel medesimo stato, et si ripresenteranno sempre davanti al lettore nella medesima maniera che si sono posto sopra le sue tavolette, senza che ci sia di bisogno di legarli, ne ritenerli con cosa alcuna. Si tratta di un meccanismo che a molti è sembrato precorrere la lettura ipertestuale, vale a dire ciò che voi state facendo in questo momento. Di lui si ha ancora notizia nel 1590, quando Filippo Pigafetta (1533-1604) afferma che Parigi, assediata, era difesa con laiuto del Capitano Agostino di Lugano.
Simon Spazio nel 1425 costruì il campanile della Chiesa di S. Pietro a Welschmetz, e Jacob Spazio da Como il castello Buchenstein su incarico del vescovo di Bressanone. La famiglia Spazio del paesino di montagna tra i laghi di Lugano e di Como è stata fortemente rappresentata nel Tirolo. Lucius della nota famiglia Spazio condusse la trasformazione della Hofburg di Innsbruck (Egg).
In Russia durante la seconda metà del XV secolo l'intero Cremlino di Mosca viene ricostruito in pietra con la partecipazione di architetti italiani. Si ricorda il Palazzo Granovitij a cura di Aristotile Fioravanti, Marco Ruffo e Pietro Antonio Solari (1445 - 1493) di Carona, la Cattedrale dell'Arcangelo Michele (1505 - 08), opera dello scultore e architetto veneziano Alevisio Lamberti da Montagnana, il sepolcro dei principi e degli zar russi. Solari fu incaricato di costruire in pietra bianca le mura (fino a 6 metri di spessore) e le torri del Cremlino che Napoleone, quattro secoli dopo, non riuscì a fare esplodere nonostante la cattura della città, una di esse riporta ancora l'iscrizione sull'ingresso verso la Piazza rossa che finisce con ' ET STATUIT PETRUS ANTONIUS SOLARIUS/MEDIOLANENSIS A NO N A D - NI 1491. K.M.I.P.'.
BAROCCO
Sullinsorgere dello stile barocco nel 16° secolo in Roma scrive Woermann:I costruttori che hanno favorito limporsi del nuovo stile a Roma per lo più non erano nativi romani, neppure centro-italiani, bensì settentrionali.
Sisto V affida a Giacomo Della Porta (Porlezza, 1532 Roma, 1602), allievo di Michelangelo Buonarroti e a Domenico Fontana il progetto del compimento della cupola della basilica di San Pietro lasciata incompiuta da Buonarroti al livello del tamburo. I due si convincono che la sezione emisferica proposta da Michelangelo va modificata in ellittica, dando sette metri di maggior altezza alla cupola, rendendola più snella e solida. I lavori si protraggono dal 16 luglio 1588 al 28 maggio 1590. Realizza in seguito la chiesa di San Luigi dei Francesi, la chiesa di Santa Maria in Via, nella chiesa di Santa Maria dei Monti, la chiesa di Sant'Atanasio dei Greci, il palazzo Serluppi Gottifredi. Sua è pure la magnifica Villa Aldobrandeschi (o Aldobrandini) a Frascati. Per la chiesa del Gesù realizza: la facciata, la cupola e le cappelle. Sotto il pontificato di Gregorio XIII sistema piazze e fontane: quelle di Piazza d'Aracoeli, di Piazza Navona, di Piazza Colonna, di Piazza del Popolo presso l'obelisco, quella dinnanzi al Pantheon, la suggestiva fontana delle tartarughe. A Gallese (Viterbo) trasforma il turrito Palazzo Ducale da castello medioevale in palazzo resdenziale e infine a lui si deve la facciata settentrionale della basilica di San Giovanni in Laterano.
Il lombardo Martino Lunghi quale primo allievo di Giacomo Dalla Porta, esegue nel 1579 la Torre del Palazzo dei Senatori sul Campidoglio. La sua opera temporale più importante è il Palazzo Borghese (1590) Domenico Fontana del lago di Como (1523-1607) opera come assistente di Giacomo della Porta al compimento della cupola di S. Pietro sulla quale nel 1598 pose la michelangiolesca lanterna. il Fontana venne consultato per tutti i grandi palazzi allora in costruzione o ristrutturazione a Roma, per il Vaticano, per il Laterano e per il Quirinale.
Carlo Maderno fu uno degli architetti più importanti attivi a Roma tra lo scorcio del Cinquecento e gli inizi del secolo successivo. Nato a Capolago nel 1556 e trasferitosi nella città dei papi su invito dello zio Domenico Fontana, Maderno, che inizialmente lavora come scalpellino, risente da una parte della tradizione architettonica cinquecentesca, derivata dal Vignola e aperta ad influenze michelangiolesche, dallaltra del nascente gusto barocco seicentesco. Il suo nome appare legato, in specie, al completamento di alcune fabbriche iniziate da Francesco da Volterra (cappella Salviati nella chiesa di S. Gregorio al Celio, chiese di S. Giacomo degli Incurabili e di S. Silvestro in Capite) e Giacomo della Porta (cappella Aldobrandini in S. Maria sopra Minerva). Fra le sue opere romane più importanti si ricordano la facciata della chiesa di Santa Susanna, ispirata in parte alla Chiesa del Gesù ma accentuandone il contrasto plastico delle membrature, e, soprattutto, il completamento della fabbrica di San Pietro, incarico che larchitetto ottenne vincendo il concorso di progetti indetto nel 1606 da papa Paolo V. In questo caso Maderno si trovò di fronte al delicato problema del prolungamento longitudinale della basilica e della costruzione della nuova facciata, alla quale conferì un forte sviluppo orizzontale per lasciare visibile, per quanto possibile, la cupola michelangiolesca. Fra il 1608 e il 1612 Carlo Maderno realizza la facciata e il prolungamento della navata di S. Pietro. Tra gli altri suoi lavori si ricordano la cupola della basilica di San Giovanni Battista dei Fiorentini, la chiesa di Santa Maria della Vittoria, la navata e la cupola della basilica di Sant'Andrea della Valle (all'epoca la seconda cupola più alta di Roma dopo quella della basilica di San Pietro), Palazzo Barberini, il cortile di Palazzo Chigi-Odescalchi, Palazzo Mattei e il Palazzo del Quirinale, tutti a Roma, ed il palazzo papale di Castel Gandolfo.
Francesco Borromini, nato col nome di Francesco Castelli (Bissone, 25 settembre 1599 Roma, 3 agosto 1667), è tra i principali esponenti dell'architettura barocca. Svolge l'apprendistato come intagliatore di pietre presso la Veneranda Fabbrica del Duomo, parente di Carlo Maderno opera nella Roma papale dove realizza tra gli altri la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, Sant'Ivo alla Sapienza e il rinnovo della basilica di San Giovanni in Laterano.
Il Palazzo Papale di Castel Gandolfo è stato realizzato fra il 1624 e il 1629; i lavori furono eseguiti da B. Breccioli e D. Castelli.
Silla Longhi (Viggiù 1568 - Roma 1630) detto Silla da Viggiù ha realizzato a Roma statue in stile barocco come quello di Sisto V° e quella di Aronne nella basilica Lateranense, nella cappella Borghese quelle dedicate a Paolo V° e Clemente VIII°. Sono suoi in santa Maria Maggiore suoi i bassorilievi della incoronazione di Pio V°. Altre opere sono la statua del cardinale Alessandrino in santa Maria sopra Minerva, i restauri delle sculture della colonna Antoniana, il tritone della fontana di piazza Navona. Gli sono inoltre attribuiti diversi bassorilievi nel Duomo di Nonantola ( MO) nel 1568-72 e la tomba di Caterina Orsini nella chiesa di santa Caterina a Formiello di Napoli.
Ercole Ferrata (Pellio Intelvi 1610 - Roma 1686) è stato uno tra i massimi esponenti del barocco romano. Scolpisce per la chiesa di Sant'Agnese in Agone, una Sant'Agnese sul rogo ed un Martirio di Santa Emerenziana, sotto la guida del Bernini, realizzò l'Angelo con la Croce per il Ponte Sant'Angelo. A San Giovanni dei Fiorentini realizzò per il monumento funebre del Cardinale Lelio Falconieri la rappresentazione della Fede. Fu anche attivo a Napoli con Cosimo Fanzago e Giuliano Finelli; realizzò la statua di Santa Caterina per la cappella Chigi nel Duomo di Siena.
A Venezia opera Baldassare Longhena (Venezia, 1598 Venezia, 1682) nato in città da un'umile famiglia originaria del bresciano (suo padre era un tagliapietre), Nel 1631 fu incaricato di progettare ed erigere la Basilica di Santa Maria della Salute una delle grandi opere del barocco veneto ed italiano. Realizzò anche il Duomo di Chioggia (distrutto da un incendio nel 1623), i palazzi delle Procuratie Nuove in piazza San Marco, Palazzo Belloni Battagia, Ca' Pesaro, Palazzo Zane Collalto, Villa Angarano a Bassano del Grappa. Antonio (1580 ca.1661) e Giuseppe Sardi (16241699) padre e figlio originari di Morcote (Svizzera) a differenza di altri loro conterranei rientrati in patria dopo periodi più o meno lunghi di lavoro allestero, si stabilirono a Venezia, intrecciando stretti legami con lambiente artistico della città (ne è testimonianza lamicizia e la collaborazione con larchitetto Baldassarre Longhena, la figura più importante del barocco veneziano) e diminuendo a poco a poco quelli con la terra dorigine, tanto che, nel 1704, i nipoti di Giuseppe Sardi ottengono addirittura la cittadinanza originaria veneta. Antonio collabora con i principali scultori attivi a Venezia, come il fiammingo Giusto Le Court e il ticinese Bernardo Falconi, realizza gli altari nella chiesa dellOspedaletto o le facciate di San Salvador e della Scuola Grande di San Teodoro a Rialto e il suo capolavoro la facciata di S. Maria del Giglio. Giuseppe Sardi riuscì poi nellopera di raddrizzamento del campanile della chiesa dei Carmini dopo che un cedimento aveva minato il suo progetto iniziale, a lui si deve la chiesa dei Carmelitani Scalzi e il monumento Mocenigo nella chiesa di San Lazzaro disegnati dal figlio Giuseppe.
A Milano Francesco Maria Richini (Milano, 9 febbraio 1584 Milano, 24 aprile 1658) realizza il Palazzo Litta (1648), Palazzo Annoni, Palazzo Durini, Collegio dei Gesuiti, la Villa Resta-Mari a Vittuone e la Colonna del Verziere in piazza San Babila.
In Spagna Antonio Maria Aprile (Carona, 1500 circa Genova, 1550 circa) termina l'opera nel 1525 il monumento funebre di Don Pedro Enriquez, marchese di Tarifa, marito di Donna Catalina de Ribera, recante i rilievi dell'Annunciazione, della Crocifissione, della Resurrezione, del Noli me tangere, soprastanti la statua giacente del guerriero che aveva partecipato alla conquista di Granada nel 1492. Le ornamentazioni sono curiosamente simili a quelle dei portali della collegiata di San Lorenzo di Lugano. Il monumento viene poi traslato nel 1836 nell'antica gesuitica chiesa dell'Incarnation, oggi cappella dell'Università di Siviglia. In società con Pace Gaggini e Bernardino Gaggini di Bissone risulta molto attivo a Toledo, verso il 1523 per la famiglia nobiliare degli Ayamonte. Nel 1529 Don Fernando Colombo, il figlio di Cristoforo Colombo è a Genova al seguito dell'imperatore Carlo V e qui ordina al Nostro e ad Antonio di Nove di Lanzo d'Intelvi un portale e quattro finestre in marmo per la sua biblioteca di Siviglia, costo dell'opera 230 ducati; l'edificio oggi non esiste più, ma il portale è stato individuato in una casa presso la Porta di Jerez poiché di stile lombardo, reca entro due delfini lo stemma dell'Ammiraglio del Mare Oceano.
Leone Leoni da Menaggio presso Como (1509-1596). Particolarmente apprezzato dallimperatore Carlo V viene chiamato prima nei Paesi Bassi e poi in Spagna. Qui egli produce famose medaglie e figure bronzee assistito e poi continuato dal figlio Pompeo Leoni, che morì a Madrid nel 1608 e seguito ancora dal nipote Miguel Leoni (Th. B.).
Pellegrino Tibaldi, 1527-1596, è originario di Puria presso Porlezza in Valsolda, punta settentrionale del lago di Lugano. Già acclamato in Italia quale Michelangelo riformato, egli è il Primo Architetto del Duomo di Milano; viene chiamato a Madrid da Filippo II (1587) quale progettista e primo architetto della claustrale residenza El Escorial. Dopo nove anni di esaltante attività alla corte spagnola, Tibaldi nella sua patria viene onorato con il titolo di Marchese di Valsolda (Enc. It. l, Hardmeyer).
Nel 1558, dopo la morte di Nikolaus Tuering, la Hofkirche di Innsbruck viene portata a termine da Marco della Bolla da Como per la totale penuria di maestri tedeschi (Egg, Atz. Th. B.). Nel 1621 Zaccaria, scalpellino di Campione, costruttore al Palazzo Waldstein di Praga ottiene la cittadinanza (Th. B.). St. Florian si trova presso Linz nellAustria settentrionale; labate per la ricostruzione della chiesa e dello sfarzoso convento chiama quale costruttore Giovanni Battista Bianco da Campione (1660-1722). Questo posto di lavoro diviene la seconda patria del maestro. Qui egli si sposa, riceve la cittadinanza e qui anche muore. Una intera colonia di compaesani, scultori, stuccatori e pittori, vengono da lui chiamati dalla sua Patria.(Th. B.,Czerny).
In Germania operò Nosseni Giovanni Maria (1544-1620), luganese. Studiò in Italia e dimorò a lungo a Firenze. Andò in Sassonia nel 1574 e vi fu nominato pittore di corte. Fu scultore, pittore, decoratore, scenografo, scrittore, poeta, ma soprattutto architetto: a lui spetta il merito di aver introdotto in Sassonia lo stile del Rinascimento italiano. Eseguì a Dresda il Lusthaus per le feste di corte, che andò distrutto nel 1747, l'altare maggiore della chiesa dell'Elettrice Anna, quello della chiesa e la tomba dell'Elettrice Sofia e altre opere minori; altari per le chiese di Lichtenburg e Waldheim, e il Mausoleo del principe Ernesto a Stadthagen. Il suo capolavoro è la Cappella Sepolcrale dei principi Sassoni, nel duomo di Freiberg. Durante l'esecuzione dei suoi lavori venne spesso in Italia, per cercarvi altri artisti, che collaborassero alle sue opere. Egli stesso scoprì in Sassonia le cave di pietre, che servirono per le sue costruzioni. Lavorò anche per altri principi tedeschi e per Cristiano IV di Danimarca. Morì a Dresda, ed è sepolto nella Sophienkirche.
Neurone Bernardo, nato a Lugano, morì dopo il 1583. Lavorò al palazzo dei Piasti e al Municipio di Brieg. Di lui si sa che nel 1565 acquistò una casa a Brieg, e nel 1576 fu nominato primo architetto del principe. A lui è attribuita la costruzione dell'Ohlauer Tor, di Breslavia, ora demolita. Sembra che tra il 1577 e il 1580 abbia ricostruito i lati orientale e meridionale del castello di Dessau, lavoro che probabilmente compì con il cugino Francesco ed il fratello Pietro, col quale costruì anche un ponte sull'Elba presso Roslau nel ducato di Anhalt-Köthen, ponte che fu distrutto durante la guerra dei trent'anni. Nel 1580 risulta essere stato architetto del principe elettore di Sassonia, e si suppone che abbia preso parte alla costruzione del castello di Dresda.
Una nuova ascesa viene portata dalle guerre di religione e le guerre contadine nel corso delle quali i Maestri tedeschi protestanti restano assenti ed i Maestri lombardi cattolici subentrano ai loro posti. Così li troviamo al servizio del vescovo di Trento, Bernardo di Cles, un precursore del Rinascimento, come pure al servizio del re Ferdinando I e dellArciduca Ferdinando II (1564-1595). Negli anni 1600-1650 le case borghesi e le sedi nobiliari di Bolzano ricevono nuove facciate, come pure la rinomata via Portici. Ovunque sono allopera i Maestri Lombardi (Huter).
Lo Zar Pietro il Grande fondò San Pietroburgo (l'odierna seconda città della Russia con 4,5 milioni di abitanti) il 27 maggio 1703 dopo aver conquistato alla Svezia i territori attraversati dalla Neva su progetto ideato dall'architetto Domenico Trezzini di Astano nel canton Ticino. L'edificazione della città, che avvenne contestualmente alla bonifica delle paludi, venne affidata ad architetti torinesi, come testimoniano d'altronde le notevoli somiglianze tra le due città.
Il Maestro Domenico Trezzini (in russo Andrej) viene nominato sorvegliante alledilizia. Nello stile 'Barocco Petrino' di cui è il massimo esponente realizza il Collegio dei dodici (Università), il Monastero di Alexander Nevskij, il Palazzo d'Estate e il Palazzo d'Inverno la residenza degli Tzar ('Cesare' in russo). Suo capolavoro è la fortezza dei SS. Pietro e Paolo simbolo sia della rivoluzione di ottobre che della resistenza ai nazisti durante l'assedio di Leningrado; è stata prontamente restaurata ed è raffigurata sulla banconota da 50 rubli russa.
Giuseppe Salvatore Carresana architetto nato nel 1696 a Cureglia presso Lugano; nel 1717 a Torino esegue nella chiesa di S. Cristina le statue delle SS. Cristina e Teresa, in Ticino l'oratorio di S. Giuseppe a Ligornetto (1748), la chiesa di S. Vitale a Riva San Vitale (1756) e la collegiata di Bellinzona (1764) si trasferisce in Russia dove muore come Governatore di Riga e Generale russo.