Per la pulitura dei 10.500 m2 della facciata si utilizza prima acqua atomizzata e in seguito un procedimento di microsabbiatura che impatta radente la superficie, procedimenti ai quali seguono i lavori di stuccatura, sigillatura con un tipo di malta classica e di protezione superficiale del Candoglia.
Sono stati individuati metodi e tecnologie innovative per la conservazione architettonica, in particolare grazie al supporto di ENI Tecnologie con rilievi Georadar, Infrarossi, Laser, Raggi X, chimici e microstrutturale integrati in un Modello tridimensionale Vettoriale che guida gli interventi dei tecnici della Veneranda, e del CNR che ha definito la mappatura, le cause del degrado, presente soprattutto nei punti dove non vi è lavaggio pluviale, e lintervento conservativo sulla superficie lapidea.I lavori sono stati presentati ad un ristretto numeri di giornalisti invitati a visionare il cantiere.
(foto: particolare della decorazione)
L'AVANZAMENTO DEI LAVORI SULLA FACCIATA DEL DUOMO
Nel corso degli ultimi cento anni gli interventi di manutenzione e restauro della facciata del Duomo sono stati molteplici. I rischi di danni irreversibili sono infatti molti: l'invecchiamento del monumento, l'inquinamento, le intemperie, le vibrazioni del traffico, la presenza dei plcclonl.La cultura che sottende il constante impegno della Veneranda Fabbrica per la conservazione del monumento-simbolo di Milano è quella della prevenzione. Pertanto la definizione e l'attuazione di una soluzione che impedisca al tempo di cancellare l'opera vengono da sempre precedute dal rilievo dello stato conservativo e dall'individuazione delle cause del degrado. L'attuale intervento di restauro integrale della facciata, iniziato nel gennaio del 2003, è infatti stato reso necessario dalla scoperta, durante il controllo annuale che la Fabbrica effettua fino alla quota di 35 metri, dell'invecchiamento degli strati protettivi del marmo e del degrado delle sigillature nelle parti più esposte agli agenti atmosferici. Problematiche che hanno indotto alla messa in sicurezza statica della parte superiore della facciata e delle sue 12 guglie, non interessate dall'ultimo grande intervento di pulitura e consolidamento (1972 - 1974). Un'opera imponente e molto complessa, per la quale la Veneranda Fabbrica del Duomo è affiancata da EniTecnologie e dal CNR. Per consentire ai suoi 50 tecnici - tra ingegneri, operai e marmisti - di lavorare in condizioni adeguate, la Veneranda Fabbrica ha dovuto erigere un ponteggio di ben 7.000 metri quadri che ha raggiunto, all'inizio dei lavori, l'altezza di 65 metri.
A oggi - dicembre 2005 - l'impegno della Veneranda Fabbrica per gli interventi sulle 12 guglie, sulle 6 falconature e sui circa 3.000 mq di paramento murario è quantificabile in 800 giorni di lavoro, 110.000 ore di lavoro nel cantiere di facciata e 50.000 nei laboratori e nella cava di Candoglia. Il ponteggio è stato abbassato di 20 metri: si possono così ammirare di nuovo le statue, le guglie e le falconature consolidate e restaurate, con tutto il loro splendido ornato (piramidine, fiocchi, pilastrini e baldacchini).
Gli interventi più consistenti e impegnativi dell'intero restauro - la pulitura con acqua nebulizzata e microsabbiatura di tutti i 10.500 mq della facciata, il consolidamento o la sostituzione degli elementi in marmo e l'iniezione delle nuove sigillature in tutti i giunti sono stati preceduti, e vengono costantemente supportati, dalle accurate e innovative attività di rilievo e diagnosi delle superfici e dei materiali svolte da EniTecnologie e dal CNR. In particolare, EniTecnologie ha effettuato, prima dei ponteggi, la mappatura tridimensionale con fotogrammetria e laser scanning delle guglie, delle statue e dei 8.147 blocchi di marmo che costituiscono la facciata, fornendo un modello geometrico tridimensionale in scala 1:20 con precisione al millimetro, utilizzato come base per l'inserimento di tutti i dati relativi all'analisi del degrado e dell'intervento.
La società dell'ENI ha poi compiuto i rilievi Georadar sui 6 contrafforti e sulle 5 campate, fino all'altezza di 50 metri, per un totale di 4.500 blocchi di marmo, per esaminare le caratteristiche strutturali dei volumi architettonici e un campionamento mirato sull'intera superficie della facciata per analizzare lo stato di conservazione dei materiali. Le analisi sono state condotte sia in cantiere, con spettrometro di fluorescenza a raggi X, sia nei laboratori di chimica-fisica di EniTecnologie. I risultati hanno evidenziato un'alterazione chimica e microstrutturale del marmo di Candoglia a causa degli agenti atmosferici, situazioni di degrado delle murature e le zone a maggiore criticità statica. I risultati delle analisi e le fasi del restauro vengono progressivamente raccolti in una Banca Dati Integrata Tridimensionale, unica nel suo genere, ideata e sviluppata da EniTecnologie.
Tale strumento informatico documenta i lavori attuali e potrà essere utilizzato in futuro quale fonte di informazione per studiosi ed esperti del settore.
Da parte sua il CNR - Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni culturali, sede di Milano "Gino Bozza" - ha completato la mappatura e la definizione delle cause e meccanismi del degrado con 8 tavole tematiche e ha messo ha punto le linee guida per l'intervento di pulitura, stuccatura, sigillatura e protezione dell'intera superficie marmorea. Avvalendosi di tutte queste fondamentali attività diagnostiche, la Veneranda Fabbrica ha proceduto alla rimozione delle cuspidi pericolosamente fratturate su tre guglie, sostituendole con nuove, smontando e riposizionando poi le grandi statue terminali originarie. Dopo i saggi preliminari, l'intervento di pulitura con acqua nebulizzata e con microsabbiature Jos è stata completato sull'intera superficie della facciata, vasta 10.500 mq. Dove il degrado non consente più il consolidamento del marmo, i conci e gli ornati originali vengono sostituiti con altrettanti nuovi in marmo di Candoglia: si tratta a oggi di 1.346 pezzi. Sulle parti smontate è stato effettuato un profondo risanamento strutturale interno, inserendo nuovi pezzi in marmo per colmare i vuoti, iniettando opportune miscele e rimuovendo le parti metalliche corrose e rigonfiate. Le sigillature dei giunti tra i blocchi in fase di distacco sono sistematicamente eliminate e rifatte con malte tradizionali appositamente formulate in sabbia e calce idraulica. Infine, le parti più esposte sono state dotate di un impianto di allontanamento dei volatili.
I lavori si svolgono con la costante supervisione della Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici.
ENTITA TOTALE DELL'INTERVENTO
ALL'INIZIO DEI LAVORI: GENNAIO 2003
192 STATUE DI GUGLIA
40 STATUE GRANDI
40 MENSOLE
88 TESTE
22 TELAMONI (6 DOPPI)
47 ALTORILIEVI
36 MENSOLE CON TESTA
42 GABBIONI
T O T 513 SCULTURE
STATO Dl AVANZAMENTODEI LAVORI A DICEMBRE 2005
LAVORI COMPLETATI AL 70%COMPLETATA LA PULITURA DITUTTA LA SUPERFICIE SVILUPPATA
(mq 14.000 effettivi)
TERMINATO IL RESTAURO DI 12 GUGLIE
6 FALCONATURE E CIRCA IL 30%DELLA SUPERFICIE DELLA FACCIATA
UTILIZZATI mc 150 DI MARMO
RICOLLOCATI 1.346 NUOVI
PEZZI DI CANDOGLI
AL'IMPEGNO Dl EniTecnologie
RILIEVO FOTOGRAMMETRICO 3D in scala 1:100 e 1:20205 fotogrammi frontali e 212 fotogrammi laterali
58 GByte modello stereo-fotografico complessivo
1.5 mm accuratezza restituzione vettoriale CAD 1:20
7.7 milioni di vertici vettoriali restituiti nel modello 3D
8147 blocchi di pietra disegnati in CAD-3D
3.5x3.2 m dimensione del disegno ottenuto in scala reale 1:20
INDAGINI GEORADAR
6 contrafforti e 5 campate indagati per una superficie di 2500 mq:4510 blocchi per un totale di 3250 m di scansioni, 780 schede tecniche di rilievo,25 cm spessore medio dei blocchi di pietra
BANCA DATI 3D
Si basa sui modelli stereo-fotogrammetrico 1:100 e vettoriale CAD 1:20 e ha dimensione 63 GByte. Comprende i risultati di: indagini georadar e termograficheanalisi chimico-fisiche in laboratorio e in cantiere.243 note tecniche inserite; 3000 entità vettoriali disegnate in CAD
INDAGINI TERMOGRAFICHE
14 pannelli scultorei e 5 statue per un totale di 150 stuccature
Fonte: EniTecnologie
LA FACCIATA DEL DUOMO: GENIO E RAGIONATO EQUILIBRIO
La Facciata del Duomo è il risultato di una plurisecolare stratificazione che ha dato vita a un'architettura unica nel suo genere, in cui il prevalente linguaggio tardogotico integra con insolita armonia elementi assai diversi tra loro: i portali e i finestroni cinquecenteschi, la scultura ornamentale del Seicento, i battenti bronzei delle porte del ventesimo secolo. Eppure, per i primi 150 anni successivi alla sua fondazione (1387), la Veneranda Fabbrica non si pose il problema della facciata e solo durante l'episcopato di Carlo Borromeo si cominciò ad impostare la questione. Ebbe così inizio, dal 1590, la stagione dei progetti "alla romana", espressione di un linguaggio architettonico classico che sottolineava la fedeltà della Chiesa ambrosiana alla Sede apostolica in un periodo in cui la pressione protestante ai confini della diocesi milanese era molto forte. Tuttavia, veniva allo stesso tempo contraddetto il principio di "conformità al gotico" al quale la Fabbrica era stata sempre coerentemente fedele. Nel 1609 il card. Federico Borromeo decretò di attenersi al progetto di Pellegrino Pellegrini (1592), architetto di fiducia di Carlo Borromeo, ma chiese agli architetti Fabio Mangone e, successivamente, Francesco Maria Ricchino di conferirvi maggiore monumentalità. I lavori di costruzione si interruppero alle finestre inferiori con la morte del Borromeo nel 1630. Nel frattempo, il clima culturale e religioso milanese cambiò: attenuandosi la tensione riformista e l'amore per la classicita dei Borromeo, per la prosecuzione dei lavori si pensò di riprendere le forme gotiche, in aderenza alla scelta stilistica originaria. Nel 1647 venne così approvato il progetto dell'architetto Carlo Buzzi, improntato alla tradizionale "conformità al gotico" ma che manteneva quanto già costruito "alla romana", come i portali e le finestre. Difficoltà interne alla Fabbrica condussero nel 1679 alla sospensione dei lavori e solo nel 1683 venne definitivamente demolita la vecchia facciata quattrocentesca di Santa Maria Maggiore, fino ad allora fronte prowisoria della cattedrale. La scelta di un progetto definitivo rimase in sospeso fino al 1790, quando il Capitolo della Fabbrica optò per la proposta di Felice Soave che rivalutava, semplificandolo, il progetto di Carlo Buzzi e il principio di "conformità al gotico"; dal 1791 i lavori vennero riavviati. La conclusione della facciata risale agli anni del Regno d'Italia dell'era napoleonica e si deve alla volontà di Napoleone Bonaparte che nel decreto del giugno 1805, alla vigilia dell'incoronazione, impose di preparare un nuovo progetto; Amati e Zanoja lo presentarono il 1 gennaio 1807 e la nuova facciata venne finalmente conclusa nel 1814. Nel 1932 ci fu ulteriore intervento con la modifica della falconatura. La Facciata del Duomo è dunque il risultato non di un singolo progetto ma di cinque secoli di evoluzione architettonica, frutto di incessanti mediazioni tra il gotico e le tendenze culturali successive. E un esempio straordinario di genio e ragionevolezza, di quel "progettare il nuovo difendendo la tradizione" che permette alla Veneranda Fabbrica di mantenere vivo, attraverso i secoli, lo spirito originario.
LA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO DI MILANO
La Veneranda Fabbrica del Duomo è stata istituita il 16 ottobre 1387 con decreto di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano. Ad essa fu affidato il compito di prowedere al reperimento, amministrazione e gestione delle risorse finanziarie e delle rendite necessarie alla progettazione, costruzione, abbellimento e conservazione della nuova cattedrale milanese e di prowedere alle necessità funzionali al servizio liturgico. Oggi dalla Fabbrica, organismo complesso e articolato, dipendono vari settori operativi, tutti funzionali e organici alla vita del Duomo sia nella dimensione conservativa del monumento, sia nell'espressione liturgico-pastorale. Al Consiglio d'Amministrazione, composto da sette membri nominati per un triennio, fanno capo: - Le Cave di Candoglia, nella bassa Val d'Ossola, nelle quali dal 1387 la Fabbrica prowede direttamente all'escavazione e al trasporto a Milano del roseo marmo servito per edificare l'intero Duomo e che, unico esempio nel mondo delle cattedrali, viene impiegato ancor oggi per il restauro e la sostituzione delle opere degradate; - Il Cantiere presso la Cattedrale, che prowede al restauro e conservazione dei manufatti lapidei e alla manutenzione e aggiornamento degli impianti, degli arredi, degli apparati; - Il Cantiere Marmisti, ove i blocchi di marmo provenienti dalle cave vengono prelavorati con macchinari ad alta tecnologia e poi rifiniti negli elementi decorativi da operai quadratori e ornatisti, mentre alle statue prowedono esperti scultori; - il Museo del Duomo, al piano terreno del Palazzo Reale, che in 21 sale ordinate cronologicamente ospita oltre seicento opere rimosse dalla collocazione originaria in Cattedrale o dai depositi della Veneranda Fabbrica del Duomo: statue, vetrate istoriate, dipinti, modelli, sbalzi, arazzi, paramenti...Tramite il Museo e i suoi esperti, la Fabbrica sviluppa la propria attività culturale mediante mostre, rassegne, convegni, cicli di conferenze, concerti, editoria, visite guidate; - La Cappella musicale, istituita nel 1402 e costituita da una settantina tra cantori adulti, pueri cantores (9-13 anni), maestri e organisti, che da sei secoli accompagna le celebrazioni in rito ambrosiano; - L'Archivio storico, musicale e corrente, nel quale è raccolta la quasi totalita dei documenti, carteggi, spartiti, disegni, inventari, pagamenti... riguardanti le vicende costruttive e artistiche del Duomo, dall'apertura del cantiere in poi, e l'attività della Cappella musicale. All'archivio sono collegate una biblioteca specializzata e una fototeca, continuamente alimentata dalla documentazione dei restauri; - l'ufficio tecnico, la ragioneria, l'economato e l'amministrazione stabili;- il personale di custodia e di pulizia, cui compete la sorveglianza e la pulizia interna e delle terrazze e l'approntamento degli spazi liturgici per le varie celebrazioni.
IL DUOMO DI MILANO, ETERNO CANTIERE
Il Duomo, come qualsiasi monumento plurisecolare, necessita di un continuo restauro conservativo. In realtà, la secolare durata della costruzione del Duomo comportò fino dall'inizio problemi di mantenimento delle parti costruite ma repentinamente danneggiatesi e da subito si dovettero affrontare problemi legati al procedere della costruzione (cupola e tiburio, pavimenti, guglie, archi rampanti, gugliotti, facciata...). La prima applicazione della moderna coscienza del restauro - sorta nell'Ottocento - fu il consolidamento della guglia maggiore (1840): un intervento che restituì efficacia statica alla guglia senza modificarne l'immagine. Da allora l'attività del cantiere sulle parti costruite ma degradate continuò con interventi di pulitura e rimas'sellatura delle pareti marmoree, di consolidamento dei piloni e di periodico rifacimento delle decorazioni pittoriche delle volte. Con il compimento del Duomo e di fronte ai danni sempre più ingenti verificatisi nell'ultimo secolo, il cantiere del Duomo, da cantiere di costruzione, si è trasformato in cantiere di conservazione che opera in stretta collaborazione con le competenti Soprintendenze. Ai giorni nostri, il restauro si rivolge pertanto alle opere decorative, in particolare agli ornati, alla statuaria e al paramento marmoreo esterno ed interno. Un primo generale restauro, guglie comprese, venne eseguito dal 1935 al '39 per riparare alcune pericolose fratture. In quell'occasione venne effettuato per la prima volta un attento rilievo dei blocchi e delle statue. Dal 1972 al '74 ci fu un intervento globale di pulitura e consolidamento in accordo con la Soprintendenza e seguendo i criteri indicati dal Ministero della Pubblica Istruzione. Si iniziò con accertamenti e rilievi che mettevano in evidenza lo stato di degrado in cui si trovavano le sculture e le opere di ornato, intaccate dallo smog e dal guano dei piccioni. Si procedette quindi ad una pulitura realizzata mediante sabbiatura a secco e ad una revisione di tutti gli ornati e della statuaria che portò alla sostituzione di 1050 elementi di marmo compromessi o in stato di pericolo, compresi 7 altorilievi e statue. La statuaria originale fu portata nel Museo del Duomo, dove è oggi conservata. Infine furono applicati un protettivo acrilico idrorepellente e trasparente per il marmo e uno speciale impianto elettrico antipiccioni. A partire dal 1990 la Fabbrica effettua un controllo annuale fino alla quota di 35 metri, per accertare lo stato di conservazione degli ornati e delle sculture. Nel corso degli ultimi controlli precedenti il 2002 si è notato un rinnovato e accelerato degrado del marmo, dovuto all'invecchiamento degli strati protettivi, e il degrado delle sigillature nelle parti più esposte. Dal 2003 è quindi in corso il nuovo intervento di restauro integrale della Facciata, reso necessario da motivi di messa in sicurezza statica delle parti superiori della facciata, non interessate dal precedente restauro, e da un rinnovato e accelerato degrado del marmo.
L'AVANZAMENTO DEI LAVORI SULLA FACCIATA DEL DUOMO
Nell'ultimo secolo, la Veneranda Fabbrica si è particolarmente impegnata nel restauro conservativo e nella valorizzazione del monumento nella sua dimensione culturale, civica e religiosa, avvalendosi del prezioso patrimonio d'esperienza delle sue maestranze sempre aggiornato alle nuove realtà tecnologiche. Lo straordinario restauro integrale della facciata, iniziato nel gennaio 2003, è solo l'ultimo atto della plurisecolare storia della Cattedrale e della sua Fabbrica. Un'opera imponente e molto complessa, per la quale la Veneranda Fabbrica è affiancata EniTecnologie, società dell'Eni per l'innovazione tecnologica, che in questo progetto mette a disposizione le proprie competenze e strumentazioni per la diagnosi dei fenomeni di degrado e della stabilità della facciata del Duomo, e dal CNR. Dal giorno della sua fondazione, il 16 ottobre 1387 per volontà di Gian Galeazzo Visconti, Signore di Milano, la Veneranda Fabbrica si è ininterrottamente adoperata per il monumento simbolo della città. Oltre sei secoli di attività, durante i quali la Fabbrica si è sempre occupata con responsabilità, concretezza, coerenza e creatività dell'eterno cantiere del Duomo in tutti i suoi aspetti: la progettazione e la realizzazione della Cattedrale secondo l'unitario principio di conformità al gotico; il rifornimento di marmo di Candoglia dalle proprie cave; l'accurata esecuzione nei propri cantieri, con tecniche d'avanguardia, delle strutture architettoniche e degli apparati decorativi. EniTecnologie è attiva da anni nel campo dei beni culturali nel quale opera con le più sofisticate e innovative tecnologie, impiegate usualmente nel settore del petrolio, del gas e della tutela ambientale, unitamente alla cultura di project management nella gestione delle attività.
Fonte: EniTecnologieEniTecnologie, Corporate Technology Company di Eni, rappresenta uno dei maggiori centri di eccellenza per la ricerca industriale. Opera in tutto il ciclo del petrolio e del gas e nelle fonti rinnovabili, nel rispetto dell'ambiente, in una prospettiva orientata allo sviluppo sostenibile.