Ekaterinburg e' capoluogo dell'Oblast di Sverdlovsk e quarta città russa posta sugli urali dalla parte asiatica. Fondata nel 1723 da Vasilij Tati'ev e intitolata alla Grande Martire Caterina, santa patrona della moglie dello zar Pietro il Grande, Caterina I di Russia in architettura palladiana e neoclassica. Divenne un importante snodo ferroviario, con linee che partono in direzione degli Urali e del resto della Russia; tra queste passa la Transiberiana, la più lunga ferrovia del mondo che arriva fino al mar del Giappone. Venne chiamata Sverdlovsk durante la rivoluzione bolscevica. Durante la seconda guerra mondiale, diverse istituzioni tecniche del governo e intere fabbriche belliche e non, vennero evacuate a Ekaterinburg dalle zone dell'Unione Sovietica colpite dalla guerra (principalmente da Mosca), permettendo di ricostituire gli armamenti persi durante l'avanzata nazista a Stalingrado, Leningrado e Mosca. Molte fabbriche restarono anche dopo la fine del conflitto. Oggi è sede di molte industrie pesanti, del petrolio, gas e del taglio delle gemme.
L'inverno dura 5 mesi, senza mai salire sopra lo 0 termico e toccando i - 25 e oltre. Non essendo protetta dagli urali è spazzata dai venti siberiani piuttosto instabili, nei due mesi estivi invece la temperatura puo' passare i 30 gradi. Un clima decisamente continentale, infatti il mare piu' vicino è l'oceano Artico a 1200 km, il mediterraneo a 3000, Oceano Indiano 4500 e Mar Giallo 4600 km.
A 40 km ad ovest della città si trova il confine tra i continenti Europa ed Asia dove adesso un obelisco circolare con due frecce: una ad ovest ed un'altra ad est segnala la divisione tra i due continenti. Questo monumento è importante come simbolo. Infatti, come il meriadiano di Greenwich, l'Equatore, e altre zone di confine, questo obelisco raccoglie sempre frequenti visite, per non farsi mancare una foto con un piede in Europa e l'altro in Asia. Negli ultimi mesi, visto l'accrescere del numero di turisti, è stato pensato dal governo locale di spostare tale monumento, portandolo più vicino alla città e così più accessibile ai turisti. Verificato da alcuni studiosi è stato trovato un luogo a circa 17 km dal centro che corrisponderrebbe proprio alla linea di confine euro-asiatico, e quindi è in progetto di costruirvi una obelisco più alto e più imponente in un parco naturale oltre ad un sentiero geologico che riprenda l'antica cultura megalitica di innalzare Menhir e Dolmen nelle diverse pietre delle diverse nazioni come effettivamente avvenne nella prestoria da Stonehenge fino alla Lombardia. L' impossibilità di un turismo balneare ricreativo porta necessariamente ad uno sviluppo della dimensione culturale del tempo libero nei pochi mesi caldi.
E' una iniziativa di carattere simbolico che riprende l'antico uso della pietra naturale come rappresentante metaforico dei luoghi da cui proviene, un uso della pietra che attraversa i millenni e i popoli.
Per fare un esempio gli antichi romani importavano le pietre ornamentali (lapis) tipicamente usate dai popoli che conquistavano come il porfido rosso Antico, il Granito della Guglia e l' alabastro dall Egitto, il Proconneso dall 'Isola di Marmara, Il Cipollino Mandolato dai Pirenei, la Breccia Verde di Sparta o il marmo giallo Antico della Numidia (Tunisia) come simbolizzazione del territorio conquistato per altari e templi come dono ai loro dei, queste pietre naturali importate a Roma imperiale dai romani sono detti marmi Antichi, non sono piu' estratti da secoli e sono di competenza delle Belle Arti e dei musei. Tanto era grande la stima dei romani per la cultura Egizia, tra le varie conquistate del mediterraneo, che elessero il porfido Rosso del mons Porphyrites vicino Tebe come pietra romana (Lithos romaion) per eccellenza a rappresentare una continuita' simbolica e di potere tra i faraoni e l'imperatore. La pietra naturale come rappresentante del popolo che abita il territorio.
Come rappresentante della Valtellina, delle Alpi Retiche e dell'Italia è stato donato un blocco monolitico di Serpentino, alto 2,5 metri e pesante 4,5 tonnellate con targa in Russo e Italiano grazie alla ditta Serpentino e Graniti e al patrocinio di Prefettura, Comune di Chiesa Valmalenco, Comunità Montana, e museo di Tirano.
foto: Il battesimo della roccia con Bruno Ciapponi Landi, Eliana e Nemo Canetta, Filippo Scaramella, Pietro Cabello e Laura Lenatti