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FLORIANO BODINI: TRA CANDOGLIA, VIGGIU' E RHO
31. July 2006 15:47
(last updated: 15. February 2010 19:44)
Pubblicato in ARTE

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In coincidenza con il 415° anniversario della prodigiosa lacrimazione dell’effigie della Vergine Addolorata, il Santuario dell’Addolorata di Rho ha celebrato, pre sente il Cardinale Martini, la consacrazione del nuovo altare eseguito dallo sculture Floriano Bodini.

(foto: Viggiù patria di molti artisti che hanno lasciato il loro segno nei monumenti passati del nostro territorio, in questo caso il cimitero vecchio di Viggiù chiuso nel 1909 che conteneva pregevoli opere artistiche. Cliccare la foto per ingrandire)

In coincidenza con il 415° anniversario della prodigiosa lacrimazione dell’effigie della Vergine Addolorata, il Santuario dell’Addolorata di Rho ha celebrato, pre sente il Cardinale Martini, la consacrazione del nuovo altare eseguito dallo sculture Floriano Bodini.
Artista considerato tra i più importanti interpreti europei dell’arte sacra contemporanea. Bodini, ha raffigurato le nozze di Cana, l’ambone costituito dall’angelo dell’Annunciazione e della sede. Un intervento complesso e delicato, eseguito in un ambiente riccamente decorato di dipinti, affreschi e fregio dorato. Dice Bodini “Ho cercato di rispettare il più possibile i voleri dei Padri Oblati, committenti dell’opera, realizzandola in modo semplice, pulito, simbolico più che descrittivo. In una chiesa museo com’è il Santuario di Rho, (vincolato artisticamente dal I913) noi scultori non possiamo dire parole grosse: è necessario un atteggiamento di umiltà”. E che le scelte artistiche ed architettoniche non siano state semplici è testimoniato senza reticenze anche dal progettista e direttore dei lavori, I’architetto rhodense Margiotta. “Attualmente c’è una grande confusione su come deve essere fatta l’arte sacra. Purtroppo c’è molta impreparazione sulla quale è facile prevalga l’equivoco, anche chi ha funzioni istituzionali e svolge incarichi di grande responsabilità. Occorrerebbe invece più rigore. Ritengo che la scelta di un artista com’è Bodini, sia stata decisamente felice. La valutazione fatta a proposito delle caratterististiche della nuova mensa, dell’ambone e della sede ha indotto lo scultore a pensarli come tre pezzi distinti, ciascuno atto alla funzione liturgica cui è destinato, ma contemporaneamente in stretta relazione con loro e con il complesso monumentale che li accoglie. Opere architettonicamente semplici per un inserimento discreto nell’insieme esistente, ma artisticamente forti per essere, di fatto, gli elementi portanti delle celebrazioni liturgiche.
NOTE BIOGRAFICHE
Dopo il Liceo Artistico studia a Milano sotto la guida di Francesco Messina all’Accademia di Brera. La prima mostra per Bodini data al 1958 con la presentazione di Giuseppe Guerreschi. Nel 1964 esce a Milano la sua prima monografia a cura di Luciano Bianciardi e Duilio Morosini. Nel 1968 viene esposta la memorabile scultura in legno Ritratto di Papa, accompagnata da una monografia a cura di Mario De Micheli, che verrà poi collocata presso i Musei Vaticani. Nel 1973 esce il catalogo generale della sua grafica: un diario spietato di Enzo Fabiani. A partire dal 1970, dopo il legno ed il bronzo, Bodini trova nel marmo nuove suggestioni plastiche, lavorando negli studi di Carrara. Nel 1977 riceve dall’Accademia Nazionale di San Luca il premio Presidente della Repubblica per la Scultura e nel 1979 il Premio Bolaffi. Nel 1977 gli viene assegnata la Cattedra di Tecnologia del Marmo all’Accademia di Brera, nel 1978 la Cattedra di Scultura all’Accademia di Carrara, di cui è stato direttore fino al 1987; dal 1991 al 1994 ne è il Presidente. Ora è titolare della Cattedra di Scultura presso la Technische Hochschule di Darmstadt in Germania. Nel 1985 si apre il ciclo delle grandi opere pubbliche, che oggi si compone del monumento in marmo a Virgilio (Brindisi), del monumento in bronzo a Paolo VI (Sacro Monte di Varese),del Paolo VI (Duomo di Milano),dell’altare magiore del Duomo di Varese, del Cardinal Ferrari (Duomo di Parma), del complesso dell’altare mggiore del Santuario della S. Casa di Loreto, del monumento ai Caduti sul Lavoro (per la città di Carrara) e dell’altare maggiore del Santuario dell’Addolorata (Rho). Nel 1993 vince il concorso internazionale per il monumento ai Sette di Gottinga per la piazza del Parlamento di Hannover. Nel 1997 realizza per la nuova sede Agip di San Donato Milanese, l’imponente bronzo Volo di Colombe. Nel 1996 riceve a Roma il Premio Michelangelo Buonarroti per la scultura e nel 1997 il premio Milano Città d’Arte.
Virgilio Gussoni nasce nel 1943 a Viggiù dove vive e lavora. Proviene da una dinastia di scalpellini viggiutesi che da duecento anni opera nel campo della scultura. Frequenta giovanissimo i corsi della Scuola d’Arte Industriale della Società Operaia di Mutuo Soccorso e contemporaneamente va a bottega presso lo scultore Rosario Franzi. Inizia a lavorare col padre per la realizzazione della facciata del Duomo di Magenta in pietra di Viggiù. Successivamente avvia una collaborazione con gli architetti del Canton Ticino, tra cui Mario Botta, realizzando interventi lapidei per l’edilizia. Nel 1989 apre un laboratorio di scultura dove realizza le opere di Floriano Bodini, Paolo Borghi e Pierino Selmoni. Per Bodini esegue l’altare della Basilica di S. Vittore di Varese, l’altare del Santuario degli Oblati di Rho, il basamento della Croce astile per il Santuario di Loreto, il basamento per la Croce della chiesa di Gemonio nonché varie opere di minori dimensioni, tra cui il pannello per la sede amministrativa dell’Agip di Milano.



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