Si hanno poi notizie delle cave "Vallaccia" e "Fontana" tra i 235 e 445 metri d'altezza, della "Campana" a quota 485 del "Carrettone" a 511, la "Mezzola" a 665 e più in alto quella "dei Mergozzoni".
Nella loro lunga attività causarono parecchi morti per frane o crolli che rendevano inattive le cave sottostanti.
La "Pioda" e la "Ciocarolo" furono sepolte da una colossale frana che fece abbandonare l'estrazione al di sotto dei 345 metri.
Si cercarono cave sempre più in alto anche se comportavano difficili accessi.
Dai 230 metri sul livello del mare, dove si è iniziato a scavare alla fine del 1300 e dove si trova tuttora il deposito del marmo, si è arrivati ai 600 metri della "Cava Madre" ed ai 900 metri di "Cava Cornovo Est" che sono attualmente le uniche cave attive.
La Cava Madre si spinge molto all'interno della montagna ed è un po' il simbolo delle moderne tecniche d'estrazione in galleria, sono scesi così in basso che gira la voce che appena tolto un blocco la montagna gli si richiuda velocemente dietro.
La Cornovo Est a quota 860 rientra nel giacimento originario caratterizzato da piani di sfaldatura verticali anziché a ventaglio e con una qualità di marmo decisamente migliore che sarà anche qui estratta procedendo in galleria come per la Cava Madre.
La curia arcivescovile di Milano calcola che è ancora possibile ricavare 3000 metri cubi di materiale utile, abbastanza per decine d'anni di lavoro per la grande cattedrale milanese.