L'ultimo esempio è stato fornito dal massimo quotidiano italiano che nello scorso 14 gennaio 1997 cosi scriveva:
Con la ristrutturazione si possono eliminare inquinamenti strutturali dell'appartamento, a patto di usare materiali naturali, ma occorre poi curare anche l'arredamento. Un esempio di prodotti di bio-edilizia Il grassello di calce o la terra cruda per gli intonaci (trattiene e rilascia umidità a seconda delle necessità dell'ambiente, lascia respirare i muri), al posto del cemento (non contiene bitumi), pitture e vernici vegetali alle pareti.
Pavimenti in legno massiccio trattati solo con olii di lino o cera d'ape incollati con colle alla caseina (senza formaldeide) e moquette naturali come sisal, cocco o lana in colori chiari vegetali e senza supporti polioinflici quanto alle piastrelle, meglio il cotto non trattato con vernicette chimiche o mattonelle non vetrificate.
Il marmo va bene quando è di origine sedimentaria, mentre quando è magmatico. come il granito, rilascia radon, un gas radioattivo (attenti al piano della cucina).
Ne si conclude ingiustamente di non usare il marmo di origine 'magmarica' come serizzi, serpentini, graniti, beole, quarziti e gneiss in edilizia perchè radioattivo. Ma non viene detto che i silicati sono gli stessi componenti che attraverso la vitrificazione ad alte temperature formano il gres ceramico. Se fossero 'radioattivi' i graniti anche le ceramiche lo sarebbero.
E poi perchè sforzarci di estrarre uranio quando abbiamo i sassi per terra ?
Si dovrebbe fare presente che allora ogni cosa è radioattiva compresi gli esseri viventi che bevendo acqua assumono una piccola parte del deuterio naturalmente presente in natura. Questo valore di radioattività è trascurabile e non pericoloso e viene chiamato radiazione di fondo.
Il problema che si è posto l'Associazione dei Marmisti della Regione Lombardia, la più direttamente interessata perché principalmente legata proprio alla fornitura di "interni", è stato quello di valutare se era meglio affrontare il problema una volta per tutte o far finta di niente, come normalmente succede in questi casi.
E' stato scelto l'impegno scientifico anche perché il Radon è oramai un elemento determinante nelle regole delle nuove costruzioni USA e presto entrerà a far parte di quelle CEE (quindi delle USSL nazionali).
E' quindi necessario un esame di tutti materiali lapidei in commercio per poter consigliare, fornendo assolute garanzie, per quelli destinati all'uso interno e proporre gli altri per gli impieghi esterni dove il Radon non rappresenta, comunque, nessun pericolo. Con questo si evita, una volta per tutte, il rischio di subire una denigrazione generalizzata sul termine "lapideo".