di Vincenzo Russi
Devo dirvi prima di tutto che non sono più interessato alla semiologia) ma ..alla poetica, e sono convinto che si tratti di due categorie concettuali molto diverse. Allo stesso modo non è più la filosofia a interessarmi, ma la narrazione. Sono convinto che la narrazione sia molto più filosofica della stessa filosofia. Peter Esenman. </i>Nellambito della cultura architettonica moderna, la figura di Peter Eisenman (dora in poi E.) occupa una posizione di particolare rilievo, non solo per il suo operato in campo professionale, ma soprattutto perché attraverso la lettura dei tratti fondativi e teoretici del suo pensiero è possibile comprendere più approfonditamente alcuni tra gli importanti aspetti dellarchitettura decostruttivista. Lautore si presenta sulla scena mondiale come intellettuale fortemente critico, attento studioso, volto al riscatto linguistico del banale o meglio, di quella frammentarietà solo apparentemente non oggettivabile per la mancanza di una specializzazione formale; e più in generale la sua attenzione è rivolta verso una risemantizzazione del processo progettuale per effetto di unavvenuta modifica del linguaggio architettonico ad opera di nuove tecniche di comunicazione. E. segue da vicino le ricerche, iniziate nei primi del secolo da Ferdinand de Saussure, sviluppate successivamente da Noam Chomsky suo contemporaneo, le cui ricerche muovono un importante questione: Iarchitettura come testo. Riconosciuta tale essa è abilitata sul piano linguistico alla narrazione, ovvero alladerenza ai temi della fiction sui quali in passato, secondo E., Iarchitettura è stata univocamente determinata; Rappresentazione, Ragione e Storia come simulazione della realtà, afferma lo stesso E. Ciò che lautore ci propone, in particolar modo, è loperazione di distinzione tra finzione e realtà, Iarchitettura difatti, appartenendo alla sfera del linguaggio, non è più disposta oggi, a narrare una fabula ma se stessa in quanto cosa reale e formata dalle sue regole interne, luogo dinvenzione quindi non strumento compositivo. A tal proposito, precisa, - considerando larchitettura come scrittura - essa ci fornisce tutti gli strumenti critici con cui poter persino ri-scrivere un testo citazionale: Terragni non esiste/..lho inventato io/Terragni sono io dirà E. in una conferenza (foto. 1). Si tratta del passaggio concettuale che vede la trasposizione di un testo architettonico da signficato a significante, a segno autoreferenziale, processo che da la possibilità di disporre sul piano compositivo di una tecnica che annulli ogni riferimento a segni pre-ordinati, dati a priori, che dia atto invece di un architettura che si concretizzi nel suo farsi. La stessa lettura di una sua architettura induce ad un atteggiamento di comprensione di un metodo progettuale che esula dalla semplice applicazione di regole da manuale, bensì alla costruzione di una teoria. In tal senso la realizzazione di unopera è vista come terreno di critica e la sua validità discende dalla fattibilità, dalla risultante condizione di riscontro con tutti i problemi inerenti alla costruzione; larchitettura ora diviene luogo della teorizzazione ed E. tende ad assumere appunto la posizione di un architetto-costruttore il quale nella realizzazione forma nel contempo teoria, non di un teorico a cui capita di costruire. Slegata da idee-funzioni preconcette, larchitettura predilige la narrazione di situazioni destabilizzanti che pongono il fruitore in posizione attiva di fronte alloggetto di modo che non possa più possederla, bensì interpretarla soggettivamente ogni qual volta che con essa si confronti. Pilastri che non toccano terra, percorsi che si attestano ad una piccola scala, finestre aperte al livello di calpestìo costituiscono sintassi di un architettura che non detta verità, ma di una macchina che propone esperienza. Ma lesperienza è data, oltre che dalla meieutica, dalla capacità di un oggetto di narrare la storia di un luogo, di registrare tracce vere o fittizie di un passato nascosto: il luogo concorre alla teorizzazione. In termini pratici è inteso come sterro archeologico, una sorta di scavo condotto sul luogo allo scopo di portarne in luce geometrie e segni celati dalle continue sovrapposizioni temporali, lo strumento che traduce il concetto è il tracciato, griglie che mostrano nella loro complessità tutta la forza generatrice di una storia ancora in atto. Ad esempio ledificio per abitazione al Checkpoint Charlie a Berlino (fig. 2 e 3 della pagina precedente ), si presenta sia come soluzione alle esigenze abitative della città, sia come elemento commemorativo del luogo (distruzione della città durante la seconda guerra mondiale e la divisione della stessa con il muro). Ledificio è generato dalle tracce storiche impresse sul luogo, i volumi sono fossili fuoriusciti dal piano orizzontale del terreno mentre le facciate narrano la loro precedente storia senza che esse divengano monumento o feticcio darchitettura moderna, ma pura forma che trova la sua ragion dessere dal proprio interno. Lo scavo, quindi, permette di manipolare il luogo al fine di rivelare attraverso la materia costruttiva loriginaria vocazione, la natura latente delloggetto, cosicché sul piano concettuale scavando in profondità la griglia rivela al livello più basso la traccia di un muro fittizio del XVIII sec. risultando come presenza di un assenza. Lopposizione presenza/assenza rimanda ad un altro concetto affrontato da E.: il luogo-non luogo. Potremmo riassumere tale apparente controsenso affermando che, in campo architettonico, il luogo sia parte dello spazio oggettivamente determinato dalla presenza di referenti topici, in assenza dei quali esso, non avendo connaturanti, si qualificherebbe come non-luogo. Ebbene, quando E. riceve lincarico per il Wexner Center (fig. 3, 5, 6, e 7) in merito ad un concorso ad inviti dell 83, ci si trova di fronte un programma piuttosto complesso (e consistente): teatro, sale per esposizioni, uffici, etc. Propone una soluzione che vede linvenzione di un luogo ricavato tra gli interstizi dellauditorium e del museo: usa una doppia griglia, luna ruotata di 12 gradi rispetto allaltra, che gli servirà a strutturare lo spazio, mentre dalloperazione di scavo scaturiscono elementi mnestici dei vecchi tracciati ferroviari -riproposti come maglia tridimensionale- ed ancora di antichi bastioni forse realmente esistiti. Il non-luogo viene dotato di una non-architettura quindi, considerando gli elementi di cui è costituita, una maglia-percorso quale corpo spinale, ed i vari ambienti per un totale di 130.000 mq. che alla prima si agganciano. E il primo esempio, tra i progetti di E. dellarchitettura tra le cose, del between come la definirà nei suoi scritti, quale esauriente, ma non ancora formata, tecnica di progettazione, frutto di una lunga sperimentazione sul linguaggio dellarchitettura a favore di unestetica di differenziazione tra cultura moderna e modernista. E questa costante ricerca, il bisogno di sperimentazione ad indirizzare la sua attenzione verso altre direzioni, difatti è nella metà degli anni Ottanta che alla già assimilata teoria derridiana sul decostruttivismo affianca studi sui frattali, sul DNA e sulla geometria booleana. Sono le operazioni di incastro, sottrazione e intersezione, termini basilari di questultima, a guidare il processo progettuale nei successivi lavori, integrandosi di volta in volta alle precedenti tecniche quali il between, la griglia e lo sterro archeologico. Per il progetto del Carnegie Mellon Research Center ad esempio (fig. 8), Iuniversità più nota al mondo per linformatica, quasi a denotarne progettualmente la destinazione, impiega la geometria booleana. Il risultato ottenuto è estremamente interessante, sia per il gioco di incastri tra volumi, che per gli esili elementi, memori di solidi virtualmente presenti, che insieme concorrono allapparente complessità del progetto. E importante notare come egli preferisca, dora in poi, concentrare la sua attività di ricerca e divulgazione teorica dallinterno del suo studio (dall87 Eisenman Architects). Per fare ciò dovrà necessariamente allontanarsi dagli onnivori impegni che ormai, per numero e importanza, assorbono tutto il suo tempo. Si dimette dallo IAUS (Institute for Architecture and Urban Studies) che co-fonda nel 67, una tribuna per teorici../..ma anche atelier per aspiranti architetti, chiude la rivista trimestrale che fonda nel 73 dal sintomatico titolo Oppositions e nel frattempo inizia a tessere relazioni pubbliche che già con il Wexner Center daranno i primi frutti. Lintento è quello di rafforzare e diffondere una metodologia dapproccio allarchitettura fondata su una fitta interrelazione fra differenti campi culturali, quale probabile risposta alle esigenze delluomo e dei tempi moderni oramai profondamente dominati dalla comunicazione e dalle tecniche ad essa inerenti. Ciò implica la necessaria adesione ai tempi materiai della trasmissione dei messaggi, lintegrazione al processo di formazione della comunicazione proposti dallera CAD, utilizzata tra laltro dallo stesso E. Si evince che la velocità, il movimento sia una ulteriore e consequenziale conquista del suo linguaggio costruttivo, un concetto che divenendo tecnica bene esprime il carattere di molteplicità e dinamicità dei suoi lavori. Esso va esibito in tutti i suoi passaggi, esattamente come la società odierna esibisce la sua frenetica attività, senza che nulla venga celato o sintetizzato in ununica forma finale. Così come per effetto del Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1911 di G. Balla la figura perde i suoi tratti distintivi, è prodotta sfocatura (blurring), anche in architettura le successive giaciture occupate per traslazione del corpo si sovrappongono sfocandosi. Osserviamo il College di Design di Cincinnati (9, 10, 11 e 12), appare chiara la soluzione adottata: occorre riorganizzare la preesistente costruzione migliorandone laccesso e dotarla di nuove attrezzature quali sale per mostre, biblioteche, teatri e uffici. Bisogna che la nuova struttura sia in grado di stimolare, che sia capace di mettere in discussione il modello dinsegnamento sin ora praticato, che sia inoltre espressione del luogo e del tempo rispetto ai quali si confronta. A tal fine i progettisti hanno lavorato insieme agli studenti, ai professori, agli amministratori e agli amici del college per definire un processo evolutivo alla fine del quale ognuno potesse dire labbiamo fatto noi. Affianco alledificio preesistente, che si snoda sul luogo in linea spezzata, ne viene aggiunto un altro dall impianto più morbido che ospita tutte le attrezzature richieste, ma a questo punto interviene il movimento. I corpi vengono raddoppiati, traslati e ruotati, mentre le varie posizioni assunte nelloperazione vengono mantenute e tracciate secondo la tecnica del blurring: il risultato di questoperazione è di straordinaria entità. Gli interni sono fluidi e mostrano nel contempo tutta la loro capacità di narrazione del gesto che lha generati, un dislocamento di volumi, segni, tagli che sembrano dire: anche G. B. Piranesi disegnava un architettura reale. Risulta chiaro ora il significato celato nella sua affermazione, quando dice che siamo di fronte ai limiti della disciplina architettonica. Ouesti nel momento in cui vengono affrontati, saranno scardinati, ampliati per concorso di apporti esterni che nulla hanno a che vedere con larchitettura, eppure ne costituiscono tratto fondativo e connaturante. In effetti i termini usati da E. come graft, folding e scaling sui quali accentrerà le sue lezioni universitarie, sono operazioni eseguite sugli oggetti al fine di decostruire la loro intima composizione semiologica, riannodandone, risemantizzati, i sintagmi costruttivi in una dimensione altra, quella della poetica. I risultati ottenuti, espressi in architettura e nel saggio The End of the Classical che compone nell85, integrano le sperimentazioni teoriche inerenti lo spazio anti cartesiano di Deleuze, alle idee di Baudrillard e Culler, mettendo in evidenza nel contempo la multidisciplinarietà del suo etichettato decostruttivismo, di cui significato ed origine in altro capitolo chiariremo. Resta comunque inteso che la nuova tendenza denunci, attraverso i lavori d Oppositions di E., R. Koolhaas, Z. Hadid, del gruppo Coop Himmelblau, Morphosis ed altri, una reale necessità di revisione del linguaggio architettonico dopo la già conclamata morte del M.M. E una tendenza che solo nell88, con la mostra tenuta al MoMA di New York dal titolo Deconstructivist, verrà ufficializzata acquisendo il titolo, con qualche errore dinterpretazione, dalla mostra stessa. Il Convention Center nellOhio (fig. 13 e 14), rappresenta un ulteriore esempio sullimportanza, nel mestiere dellarchitetto, della divulgazione delle proprie teorie. Chi non ne ha una nozione solo in termini cartacei sa bene che tra le funzioni di un architettura vè quella di essere espressa facendo uso delle risorse economiche e delle norme che a volte potrebbero ridurne limpatto teorico. In questo, come si intuisce, concorre la capacità del progettista nella fattibilità della sua opera, di giungere comunque alla costruzione. E. lo fa senza sminuire la potenzialità dellimpianto teorico, difatti, alle necessità espositive, alle manifestazioni congressuali è data risposta mediante un unico volume sul quale sono innestate singole strutture che ricordano le curve di livello o addirittura degli scambi ferroviari che antecedentemente occupavano larea, nel complesso propone una nuova forma architetturale che nelle geometrie, nei colori, affermano ladesione ad una nuova monumentalità tipologica. Quindi non necessariamente lintero edificio deve essere decostruito pur di concretare una teoria, è possibile farlo operando solo su alcune parti cercando nel contempo un dialogo con lintero oggetto. Nelledificio per uffici Koizumi Sangyo a Tokyo (fig. 15 e 16), solo parte del complesso verrà interessato dalle operazioni di decostruzione mediante sovrapposizione, sottrazione e rotazione del volume che corrisponde ad una sezione di tre piani. E dallincontro tra la creatività del progettista con una committenza colta che cerca per la propria sede una immagine aggressiva, contemporanea che possa rappresentarla, che allora il progetto diviene sede di massima espressione. Sempre a Tokyo, città che in senso occidentale può essere intesa come un non-luogo per lassenza di un centro storicamente dato, larchitettura, non potendo riferirsi ad elementi connaturanti, necessariamente fa riferimento ad altri segni. Ledificio Nunotani Corporation Headquarters (fig. 17, 18 e 19) sembra registrare su di sé tutti quei movimenti tellurici che caratterizzano il Giappone (anche il non-luogo concorre alla teorizzazione), tanto che esso risulta minato nella sua staticità e letteralmente si affloscia, assumendo laspetto più che di un edificio costituito da una struttura portante interna, di un guscio che racchiude labili orizzontamenti riassestati continuamente dalle vibrazioni in atto, mentre gli stessi spazi così conformati offrono visuali eccezionalmente accattivanti ed innovativi. E dunque un complessivo ripensamento del metodo progettuale e del concetto darchitettura, quello offerto da E., secondo un atteggiamento cosciente dei profondi cambiamenti che stanno avvenendo allinterno della società, che coinvolgono il pensiero, il linguaggio e lo stesso stile di vita. E se i valori, i desideri delluomo sono mutati, anche la funzione e la simbologia degli spazi in cui i valori si formano ne risultano mutati a favore di una più ampia e profonda significazione della volontà delluomo moderno, desprimersi attraverso un sunto di arte, cultura e storia che bene rappresenti se stesso ed il tempo proprio dappartenenza.
Vincenzo Russi