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PIETRA DEL CARSO: UNA REALTA' VIVA
20. January 2011 11:15
(last updated: 20. January 2011 11:16)
Pubblicato in ATTUALITA'

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La stampa d'informazione ha dedicato un recente servizio alla Pietra di Aurisina, soffermandosi sul forte decremento delle unità produttive e quindi dell'occupazione, con osservazioni ed attenzioni pertinenti ma sostanzialmente riduttive. In effetti, il numero degli addetti è sceso dalle migliaia di un tempo ormai lontanissimo alle diverse decine di oggi. D'altro canto, il settore lapideo mondiale si caratterizza, come è noto, per un costante sviluppo tecnologico, da cui ha tratto origine il forte incremento della produttività; e soprattutto per una congiuntura di rapida espansione, che lo ha visto raddoppiare gli impieghi nel giro di una dozzina d'anni, grazie alla forza trainante dei nuovi Paesi leader, quali Cina, India e Turchia.

(foto: la stazione centrale di Milano in pietra di Aurisina)

L'Italia, invece, si è progressivamente ridimensionata: oggi, la sua incidenza sulla produzione mondiale è ridotta a non oltre il sette per cento, con un regresso che ha colpito in misura superiore alla media i comprensori periferici, fra cui quello del Carso.
Ciò non significa che qualità e professionalità non siano tuttora un fiore all'occhiello del settore lapideo italiano, sempre più specializzato nelle cosiddette forniture di “nicchia” per la fascia superiore del mercato. A fronte di un interscambio mondiale nell'ordine dei 600 milioni di metri quadrati (e di un impiego complessivo quasi doppio) l'Italia contribuisce con circa un decimo del volume ed un quinto del valore.
Sarebbero necessarie adeguate provvidenze finanziarie e promozionali ma il momento politico, salvo rare eccezioni, ha sempre fatto orecchie da mercante, sebbene il settore lapideo esprima cifre non lontane dall'uno per cento dell'export italiano e della stessa occupazione industriale, che può contare su circa 60 mila unità, cui va aggiunto l'indotto.
Quanto ad Aurisina, è significativo che il Soggetto industriale di massimo riferimento (Cava Romana) abbia compiuto 165 anni di lavoro dall'ormai lontano 1845, quando venne ripristinata l'antica attività produttiva. Da allora, la Pietra del Carso è stata utilizzata con successo in tante grandi commesse sia in Italia che all'estero (a partire dal Parlamento di Vienna o da quello di Budapest, per proseguire con il Tempio Voltiano di Como e finire con la recente stazione ferroviaria di Tarvisio Boscoverde).
Giova ricordare che il comprensorio si distingue anche sul piano della munificenza, come attestano le donazioni di blocchi effettuate dalla Cava Romana per vari monumenti in ricordo dei Caduti delle foibe e degli Esuli giuliani, istriani e dalmati, tra cui quelli di Firenze, Modena e Carpi, ed il cippo in memoria delle Vittime di Vergarolla (Pola) del 18 agosto 1946 che sarà eretto a Trieste nel sessantacinquesimo anniversario della strage.
In buona sostanza, la Pietra di Aurisina è viva, e partecipa con materiali di alto valore espressivo e tecnologico all'aggregato lapideo italiano in un'ottica permanente di attenzioni per la qualità, il know-how professionale ed i valori sociali che lo distinguono da sempre.

carlo montani







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