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CIVILTA' DELLA PIETRA LECCESE
02. November 2010 13:41

Pubblicato in ARCHITETTURA

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di Marosa Marcucci, Collana Apulia n. 2. Editore Mario Congedo, Parabita 2009, pagg. 248. L'Italia deve alla pietra un contributo fondamentale al suo progresso civile ed alla sua cultura, tanto più importante in quanto la risorsa lapidea è largamente diffusa sul territorio, al pari delle attività di estrazione e trasformazione. Quella del Salento, o se si vuole, dell'antica Terra d'Otranto, non fa eccezione: la Pietra Leccese è conosciuta e valorizzata da tempi remoti, grazie alle sue doti di omogeneità e lavorabilità, come dimostrano impieghi prestigiosi e suggestivi come quello nella Fontana Ellenica di Gallipoli, e soprattutto, le grandi realizzazioni locali dell'età barocca. Oggi, la risorsa lapidea salentina costituisce una significativa occasione di sviluppo, con particolare riguardo ai Comuni di Cursi e Melpignano, ma più generalmente, a tutta la provincia del “tacco d'Italia”.

(La cattedrale Barocca di Lecce nell'omonima pietra. Fonte wikipedia)

Costituiscono motivo importante di competitività e di successo l'alto rendimento estrattivo, incrementato dalla natura morfologica dei giacimenti e dalla rapida ottimizzazione della tecnica, ma nello stesso tempo, i livelli avanzati di produttività, garantiti da caratteristiche decisive come la compattezza e la continuità cromatica, che si coniugano felicemente con la duttilità, e quindi con un ampio ventaglio di impieghi, dall'architettura all'arte plastica ed alle applicazioni decorative. Questo splendido volume di Marosa Marcucci, che a sua volta potrebbe definirsi un'opera d'arte, è un grande omaggio alla Pietra Leccese ed ai suoi straordinari valori culturali, sottolineati da un impianto editoriale ed iconografico d'eccezione, ben dimostrato da circa 650 fotografie e da parecchie tavole a colori fuori testo, e nello stesso tempo da una bibliografia forte di oltre cento titoli, alcuni dei quali di indiscutibile spessore, come quelli di Burckhardt o di Huizinga. Nella fattispecie, l'attenzione è rivolta integralmente agli impieghi d'epoca, ed in primo luogo a quelli nell'arte plastica, dalle “maschere” agli “oggetti” destinati ad ornare chiese, luoghi pubblici e palazzi residenziali: è incredibile constatare con quanta versatilità e maestria e con quale ampiezza di Maestri artigiani, che l'opera cita dettagliatamente nel numero di una trentina, assieme alle loro realizzazioni più importanti.
Il trionfo storico della Pietra Leccese si è attuato soprattutto nel Salento, secondo la logica di un mercato arcaico che privilegiava i consumi locali, ma non si deve pensare che l'uso fosse circoscritto al comprensorio. Quei Maestri lavoravano alacremente anche altrove, come dimostrano le loro attività in Sicilia, a Roma o nel Nord, senza dire che parecchi spunti del loro linguaggio estetico si ritrovano in Austria, in Francia, nel Regno Unito, nella Repubblica Ceca, e via dicendo: un ottimo esempio di cooperazione internazionale “ante litteram” e di vivace osmosi culturale.
Un ulteriore motivo di fascino, che è facile cogliere nell'elegante volume della Marcucci, è costituito dal costante riferimento a significati e simboli delle realizzazioni plastiche proposte all'attenzione del lettore. E' frequente, in queste opere (maschere, guardianie, icone) accanto ad una diffusa raffinatezza stilistica ed alla padronanza sicura del mestiere di ornatista, il richiamo simbolico al mondo extra-sensibile, non escluso quello magico: anche per questo, la materia in oggetto è “pietra che vive” doppiamente, perché si proietta, secondo l'immagine del Poeta, in una dimensione che tende all'eternità.
Completano il quadro un'attenzione editoriale degna delle maggiori Case d'arte, la cura del dettaglio che conferma quella per l'insieme, ed il costante riferimento scientifico alle fonti. Ecco un'opera che fa onore alla Pietra Leccese, ne suffraga le capacità espressive e pone in evidenza le sue prospettive di ulteriore successo in un contesto come quello dell'arte plastica, oggi necessariamente posposto alla fondamentale industrializzazione intensiva ed alla conseguente distribuzione.
Si può affermare con certezza che il comparto lapideo pugliese, ed in particolare quello salentino, ne traggono motivi di ulteriore credibilità: in primo luogo sul piano culturale, e quindi etico, in cui la pietra vanta un innegabile, indiscusso primato.

carlo montani
carlomontani@alice.it







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