La frase nelle due versioni 'I nostri marmi sono la vostra storia', 'le nostre pietre sono la vostra storia', intende essere declinata nello specifico luogo culturale e storico in cui vi trovate, la pietra di Credaro a Bergamo o il Serpentino in Valtellina, ma basta guardare gli edifici storici dei luoghi in cui vivete. Il fatto che le definiamo come 'nostre' non deve essere inteso volgarmente di una espressione di possesso materiale ma si riferisce al nostro patrimonio storico architettonico collettivo, popolare. Per quanto il diritto di estrazione del marmo di Candoglia sia esclusivo della curia il suo colore bianco rosato è parte della storia di Milano.
Sono nostre in quanto parti della nostra identità, qualunque essa sia. Questo è il bello della pietra, siccome pesava - e pesa ancora - la si trasportava il meno possibile e si estraeva quella più vicina un principio valido anche dal punto di vista ecologico perchè riduce i trasporti. Ogni città ha la sua pietra. Alcune ne hanno molte più di una, adottate da millenni come simboli e ambasciatori della propria cultura sociale.
Carrara e il suo bianco, Verona e il suo rosso. Ognuna legata sentimentalmente al proprio materiale. A Verona non ci sono dubbi su quale sia il più bel marmo del mondo, come non ci sono dubbi che a Carrara non siano minimamente d'accordo coi veronesi. In fondo è giusto che ogni innamorato straveda per la propria bella. Ma sono solo due esempi di un elenco sterminato.