Quando si pensa alla pietra di Milano viene naturalmente in mente il Candoglia, la pietra piemontese dell'altro lato del lago Maggiore che ha fatto imponente il Duomo e per la quale si è impegnato perfino Leonardo per trasportarla più facilmente. Ma è un'altra la vera pietra che ha fatto grande Milano impiegata perfino per costrure le antiche chiuse. Si tratta di un conglomerato, una pietra calcarea grigia che allora si trovava nelle gole ripide dell'Adda proprio dove ora passa l'autostrada al confine tra Milano e Bergamo e in parte lungo l'argine del Brembo poco dopo Bergamo
Suddiviso in tre distinti tipi: gentile a grana fine e quasi privo di ciottolame, mezzano e rustico a struttura grossolana e con ciottoli di diverso colore, l'impiego del "ceppo", a Milano e in Lombardia, è antico e rilevante. Negli anni si sono affermati oltre ai grigi anche i policromi di Castro e Pianico sempre in provincia di Bergamo e il "Muscoline" del lato bresciano
Oggi è in pratica disponibile solo il Ceppo di Grè, sul lato bergamasco del lago d'Iseo da dove viene ancora estratto.
Il ceppo vanta un impiego almeno bimillenario negli edifici di Milano accanto ad altri materiali della collina e dellalta pianura lombarda. In era "comunale" risulta impiegato nelle murature e nei pilastri di SantAmbrogio, in San Simpliciano e in SantEustorgio. Già da allora si ritiene fosse aperta qualche cava di ceppo lungo le rive dei fiumi vicini a Milano, dove i materiali cavati erano condotti su zattere; ma è solo nelletà viscontea che si trovano ampie testimonianze di cavamenti e di trasporti di blocchi di ceppo.
Non solo le difficoltà di cavare le pietre e di trasportarle a Milano per via dacqua col Naviglio della Martesana, o di terra, ma anche la moda ebbe grande importanza nel determinare limpiego maggiore o minore del ceppo, della pietra di Angera, del marmo di Candoglia, dei graniti rosei e bianchi del Lago Maggiore, di quello di San Fedelino, del sarizzo e del ghiandone. Durante il dominio spagnolo il ceppo tornò a primeggiare sugli altri materiali. LAlessi impiegò il ceppo gentile di Brembate nella facciata esterna e nel cortile di Palazzo Marino, lattuale municipio di Milano; il Seregni lo impiegò nel Palazzo dei Giureconsulti, il Palazzo degli Omenoni dalle possenti cariatidi, del Leoni, e il portale del Seminario, del Richini. Nei secoli successivi il ceppo fu meno impiegato o almeno in misura meno vistosa.
Restando sempre a Milano, il suo impiego divenne costante nel cimitero monumentale e fu incrementato nel Novecento nel rivestimento totale della facciata di edifici.
Accanto al ceppo cavato dalle rive dei fiumi, ai primi di questo secolo cominciava ad apparire quello del Lago di Iseo, che veniva impiegato nelle provin cie vicine, per esempio nel cimitero e nel la Camera di Commercio di Mantova. Nel ventennio tra le due grandi guerre il ceppo ebbe il periodo di maggiore impiego, specialmente a Milano e a Bergamo, dove soddisfaceva pienamente le aspettative degli architetti e si inseri va, come il Travertino a Roma e il Botticino a Brescia, nello stile Piacentini allora in voga.
Oggi il ceppo non ha perso niente delle sue attrattive anzi, sempre più soddisfa gli architetti per la sua veste essenziale, è più resistente del cemento ed ha la stessa tonalità.
A Milano è stato recentemente utilizzato per la recinzione del Parco Sempione, che le cronache avevano seguito per il degrado avvenuto a scapito di questo grande polmone